Se #Acciaierieditalia non si presenta al tavolo con i sindacati è perché i governi non hanno messo finora la multinazionale #arcelormittal con le spalle al muro.
È ora di applicare il “sovranismo” a una multinazionale non ai poveri cristi che arrivano dal mare.
Il governo acquisisca il controllo di maggioranza e imponga la gestione pubblica dell’ex-Ilva per garantire la filiera italiana, l’occupazione, una produzione strategica e la bonifica ambientale.
La Fiom Cgil Nazionale ha giustamente annunciato sciopero e bene fa a mettere al centro l’intervento pubblico. Va fatto nella forma più chiara e esplicita. Basta con la prepotenza dei predoni del capitale globale!
Giorgetti e Meloni non lo vogliono fare? Sarà almeno smentita la favola che questi sarebbero dei nemici dei globalizzatori.
Per riconquistare forza il sindacato di gettare definitivamente nella spazzatura i tabù neoliberisti del centrosinistra e sollevare la bandiera della #Costituzione.
Ambiente, salute, lavoro sono valori preminenti rispetto al culto ideologico del finto mercato.
Nazionalizzare subito non è utopia. Il parlamento alla fine dell’ultima legislatura ha già dato un mandato politico in tal senso assumendo un odg elaborato da me, Francesco Brigati e Nicola Cavazzuti per Rifondazione Comunista e presentato alla Camera da ManifestA.
Il miliardo e passa di euro che reclama l’adesione Morselli per Arcelor Mittal si utilizzi per acquisire il controllo pubblico.
Arcelor Mittal fuori dall’Italia! Piangerebbe solo Calenda.
L’amico è compagno
Michele De Palma che viene dal movimento di Genova 2001 ha gli strumenti anche culturali per proporre questa impostazione con forza all’attenzione del paese.
Noi di Rifondazione Comunista la sosteniamo da anni con convinzione.
Maurizio Acerbo Prc UP