La morte improvvisa del ministro degli Esteri della Bielorussia, Vladimir Makei, rilanciata con tanto di complotto da un ‘centro di analisi’ statunitense molto sospetto.
Il giallo della morte di Vladimir Makei
Il ministro degli Esteri della Bielorussia, Vladimir Makei, è morto improvvisamente all’età di 65 anni. Questa è l’unica notizia certa, tuto il resto sono speculazioni e fake news alimentate ad arte, questa è l’estrema sintesi della vicenda dalla quale partire.
Makei era in carica da ben dieci anni, un pragmatico, come richiede il ruolo. Ma un sito di analisi americano non molto accreditato lancia ipotesi fantapolitiche di avvelenamenti di Stato.
Secondo questo centro studi americano Robert Lansing Institute il Presidente Putin starebbe tramando l’uccisione del Presidente Lukashenko al fine di provocare una crisi per provocare l’intervento militare bielorusso nel conflitto in Ucraina.
Ipotesi immediatamente sostenuta da Kiev. Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell’Interno ucraino, ha scritto su Twitter: “Makei è stato nominato come possibile successore di Lukashenko. Era uno dei pochi non sotto l’influenza russa. Le voci dicono che questo potrebbe essere un segnale per Lukashenko”.
Il primo dubbio riguarda la natura stessa dei rapporti tra Lukashenko e Makei: secondo il fronte atlantico la Bielorussia è uno stato totalitario e dittatoriale che non consentirebbe opposizioni e tanto meno una criticità interna e quindi, come è possibile che consentisse un ruolo di primo piano per 10 anni a una voce così discordante come quella che viene ora attribuita a Makei?
La notizia della improvvisa morte del ministro degli Esteri bielorusso si inserisce in un contesto geopolitico in continua evoluzione dove le voci secondo cui il Cremlino vorrebbe trascinare la Bielorussia nella guerra in Ucraina fanno comodo a diversi ‘attori’. Va subito precisato che l’ipotesi risulta molto ‘fantapolitica’, cioè priva di riscontri.
La presunta trama pubblicata sul sito web del Robert Lansing Institute, che non è propriamente una fonte considerata attendibile ma in questo caso, con sospetto, è stata rilanciata a livello globale:
“Su istruzioni del presidente russo Vladimir Putin al suo ritorno dall’ultimo vertice CSTO (l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva), l’intelligence militare russa potrebbe tentare nei prossimi giorni di perseguire uno scenario che preveda un attentato al presidente bielorusso Alexander Lukashenko, a seguito della quale le sue funzioni sarebbero affidate al Segretario Generale del CSTO, Sanislav Zas, uomo fedele alla Russia e sotto il controllo del GRU, con l’obiettivo di spingerlo a ordinare finalmente alle sue truppe di impegnarsi direttamente nella guerra contro l’Ucraina, al fianco delle truppe russe”.
Come sempre, siamo nel campo della guerra delle fake news destinate a ripetersi come una bolla fino a sgonfiarsi e spostarsi sul prossimo “incidente”.