Norma Rangeri.direttrice del Manifesto, ha, legittimamente, preso una netta posizione a favore della candidatura di Elly Schlein alla segreteria del PD.
Considerata l’autorevolezza del suo ruolo e il prestigio della testata che dirige la posizione espressa da Norma Rangeri assume un significato di grande importanza per la sinistra italiana e merita l’apertura di un dibattito.
Dibattito per il quale mi permetto di chiedere uno spazio e una sede di approfondimento.
A mio modesto avviso i punti in discussione sono almeno 4:
1) quello relativo all’accettazione del meccanismo delle primarie come metodo di selezione del gruppo dirigente di un partito. Si tratta, come è ben noto, di una scelta per molti motivi (soprattutto di metodo) anomala rispetto anche al panorama internazionale ;
2) Egualmente si accetta il tipo di forma – partito contemplato dalla scelta delle primarie: personalizzazione e vocazione maggioritaria;
3) In questo modo si esclude la forma – classica del congresso su tesi o mozioni anteponendo così il soggetto all’oggetto e facendo restare sullo sfondo i grandi temi della complessità delle contraddizioni in atto. Mi permetto sommessamente di considerare questa scelta una “reductio” ma rimango comunque su una posizione avalutativa di semplice richiesta di confronto;
4) Ferma restando la considerazione sull’importanza che le sorti del PD hanno sull’insieme del quadro politico italiano e sull’insufficienza della presenza di ciò che rimane a sinistra in questo modo restano fuori dal confronto almeno due questioni fondamentali: quella della fragilità del sistema politico italiano nel suo insieme e delle sorti della democrazia repubblicana e la ricerca sul tipo di spazio e di ruolo che potrebbe, ad esempio, avere un tentativo di costruzione di una forza politica misurata su di una prospettiva di aggiornamento della tradizione storica della sinistra italiana e del movimento socialista.