I sindaci di Lione e Grenoble, insieme ad altre 150 personalità pubbliche francesi tra deputati europei e nazionali e sindacalisti del settore ferroviario, hanno firmato una lettera aperta, pubblicata sulla rivista ecologista francese Reporterre, per chiedere al governo l’immediato stop ai lavori preparatori per il raddoppio della linea di Torino-Lione e il reindirizzamento degli investimenti sul miglioramento dell’Alta Velocità esistente, per la quale nel 2011 sono già stati investiti 800 milioni di euro. “In un momento in cui tutto deve essere fatto per limitare il riscaldamento globale e rafforzare l’indipendenza del nostro paese – recita la lettera – in un momento di carenza di medicinali e prodotti alimentari importati dall’altra parte del mondo, in un momento in cui il governo afferma di non avere i soldi per la salute e per gli ospedali, in un momento in cui i treni giornalieri sono degradati e le infrastrutture ferroviarie non sono o non sono sufficientemente mantenute, chiediamo la fine del progetto Lione-Torino, la cui unica logica è quella di trasportare sempre più merci e di mantenere questo culto energivoro e distruttivo.”

L’illogico progetto Torino-Lione, si sostiene nella lettera, non ha obiettivi prefissati (come, ad esempio, togliere i camion dalla strada). Al contrario, implicherebbe il sacrificio di “falde acquifere”, “ettari di foresta” e “terreni agricoli”.

Per questo motivo i sindaci di Lione, Grenoble e gli altri 150 rappresentanti hanno avanzato diverse proposte: “Chiediamo, come scritto dalle amministrazioni centrali e dal Consiglio consultivo per le infrastrutture, che la ferrovia esistente sia utilizzata immediatamente al livello che era negli anni 2000. Ciò crea posti di lavoro e non solo migliora la sicurezza stradale, la qualità dell’aria nelle valli alpine e la salute pubblica, combattendo efficacemente il riscaldamento globale. Chiediamo che il denaro che verrebbe inghiottito nel progetto per la nuova linea Lione-Torino sia utilizzato ora per aprire una piattaforma di carico strada-rotaia nel settore di Ambérieu-en-Bugey e che navette ferroviarie per il trasporto merci siano offerte agli autotrasportatori a partire dal 2023. Chiediamo, come previsto dalla legge, che l’utile annuale del traforo del Monte Bianco sia destinato esclusivamente alla ferrovia e al finanziamento del trasferimento di merci e passeggeri dalla strada alla ferrovia e che i 200 milioni di euro versati al tunnel stradale del Fréjus negli ultimi 10 anni siano restituiti alla ferrovia. Chiediamo che la decisione di aprire alla circolazione la galleria di sicurezza del tunnel stradale del Fréjus sia annullata e che sia riservata esclusivamente ai veicoli di emergenza. Proponiamo di migliorare la capacità delle linee tra Aix-les-Bains e Annecy, La Roche-sur-Foron e Saint-Gervais, e tra Saint-André-le-Gaz e Chambéry per ridurre il traffico stradale e rafforzare il trasporto giornaliero di passeggeri. Gli investimenti per migliorare le infrastrutture (compresa la protezione dell’ambiente e dei residenti locali dal rumore) sull’asse Ambérieu-Modane devono essere attuati senza indugio al fine di ripristinare il tunnel esistente al suo pieno potenziale.”

[di Iris Paganessi]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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