Nel mondo occidentale siamo invasi dall’”atmosfera natalizia” piena di deliziose richieste ad essere più buoni e a comprare gli oggetti che la bontà rappresentano: dolciumi e regali. Alla fine fu una nota ditta di bibite gassate a vestire Santa Klaus di rosso…
Quando come regalo di Natale chiediamo, come Peppe Sini, una tregua natalizia per tutte le guerre, inclusa quella in Ucraina, ci sentiamo rispondere dalle parti in campo che non si può fare.
Assistiamo in questi giorni qui in Italia alla manovra finanziaria; supponiamo sia un rito comune a tutti i governi del mondo e ci aspetteremmo, di fronte alla crisi energetica ed ecologica, energiche misure per contrastare il cambiamento climatico; francamente non ne vediamo traccia nel pasticcio di emendamenti per accontentare chi tira la giacca più forte del ministro di turno.
Qua in Italia una benemerita campagna, Sbilanciamoci!, dal 1999 ogni anno fa una proposta di finanziaria alternativa con al centro la giustizia economica e sociale, la sostenibilità ambientale, la pace e la solidarietà. Saranno valori “natalizi”? Sembra di no visto quanto i telegiornali hanno parlato di questa iniziativa in questi giorni.
Come abbiamo già detto: “business as usual”: che sia pandemia o guerra la domanda cruciale è se si può fare profitti, e buoni profitti, con quello di cui stiamo parlando. Allora all’orizzonte si prospetta una crisi energetica mastodontica con grandi difficoltà di soluzione ma si parte con la propaganda al “nucleare pulito”, alla fantascientifica chimera di costruire il sole sulla terra e fargli produrre tutta l’energia necessaria; e questo senza chiederci se il nostro spreco energetico costante abbia qualche parvenza di razionalità o serva solo a chi vende energia. Certo, fare, per esempio, di ogni edificio pubblico una casa passiva (per chi non lo sa è un edificio che produce tanta energia quanta ne consuma) è un investimento minimo e un risparmio in termini energetici ed economici definitivo ma non consentirà a nessuno di arricchirsi perché, finiti i lavori di ristrutturazione, si spende solo pochi soldi per la manutenzione. Potrebbe l’amministrazione pubblica, centrale e periferica, regalarci un edificio comunale, le scuole, gli ospedali ecc. come casa passiva come regalo di Natale?
Ho cominciato a scrivere quest’articolo prima che arrivasse la notizia che mezzi Stati Uniti sono sotto una bufera glaciale: cioè che è arrivata l’ennesima catastrofe climatica. Questa ha avuto immediata eco di stampa e immediato “calcolo dei danni” che significa già sfregamento di mani di coloro che già pensano alla ricostruzione, tipo la generosa conferenza dei donatori per l’Ucraina; che ci siano famiglie al gelo grazie a una guerra che giova solo ai costruttori di armi che finalmente le possono vedere usare e dunque venderne altre, non interessa. Ma le catastrofi dimenticate delle cavallette in Africa, della desertificazione o quella “endemica” del miliardo di persone sul punto di morire di fame? E quella catastrofe mentale delle persone con il futuro chiuso, senza speranza?
Ma c’è un sentimento umano che serpeggia nel Natale e che non voglio dimenticare: l’augurio sincero di una vita migliore per i propri cari e magari anche per il resto dell’umanità. Quest’augurio non può essere una formalità ma deve convertirsi in modo deciso in un impegno per cambiare radicalmente questo mondo, cambiarne il paradigma fondamentale: “i soldi danno la felicità”; è un cambiamento di mentalità, di relazioni economiche, sociali, umane; è un cambiamento spirituale profondo che richiama la Regola d’Oro espressa da tutti i saggi della storia, tratta gli altri come vuoi essere trattato.
Possiamo prendere quest’augurio profondo, farlo nostro e trasformarlo nelle azioni di tutti i giorni e lo possiamo fare unendoci ad altri costruttori di un nuovo mondo necessario e urgente dove il valore sia l’Essere Umano, il suo pianeta, il Bene comune, la felicità e il benessere di tutte e tutti.