Una serie di misure di sostegno ai più deboli sta contenendo l’inflazione, combattendo la povertà e spingendo anche la crescita economica
Di fronte a situazioni d’emergenza possono essere necessarie manovre d’emergenza. Soprattutto se l’obiettivo prioritario è sostenere le fasce più deboli della popolazione, whatever it takes. Il governo della Spagna, guidato dal socialista Pedro Sanchez, ha annunciato martedì 27 dicembre l’azzeramento dell’IVA sui beni alimentari di prima necessità.
Per pane, latte, formaggio, cerali, frutta e verdura IVA allo 0%
La misura è stata decisa per fronteggiare l’impennata dei prezzi. E verrà accompagnata a tale scopo da un secondo provvedimento: un aiuto straordinario da 200 euro per le famiglie più modeste. Si tratta di una manovra che, nel suo complesso, costerà circa 10 miliardi di euro alle casse dello Stato spagnolo. E che porta ad un totale di 45 miliardi l’esborso legato alle varie misure adottate da Madrid per sostenere la popolazione di fronte all’inflazione galoppante.
Perché l’inflazione è paradossale e legata in gran parte alla speculazione
Sono infatti proprio i prodotti alimentari quelli che hanno segnato aumenti eccezionali. A novembre la crescita di tali beni, oggetto dell’azzeramento dell’IVA, è stato del 15,3%, su base annua. Così, per sei mesi su pane, latte, formaggio, frutta, verdura o cereali l’IVA passerà dal 4 allo 0%. E quella su prodotti come olio o pasta verrà dimezzata: dal 10 al 5%. Per le famiglie meno abbienti, ovvero con redditi complessivi inferiori a 27mila euro all’anno, si aggiungerà l’assegno da 200 euro una tantum.
Treni, prestiti, affitti, tetto ai prezzi: tutte le misure del governo socialista di Sanchez
Per finanziare la manovra, l’esecutivo della Spagna ha deciso di limitare lo sconto di 20 centesimi al litro concesso attualmente agli automobilisti per l’acquisto di carburante. Il bonus rimarrà in vigore, a partire dal 1 gennaio, soltanto per i settori più colpiti dall’inflazione. Ovvero trasportatori, agricoltori, compagnie marittime e pescatori.
Si tratta in ogni caso soltanto delle ultime decisioni assunte dal governo di Madrid per contrastare l’inflazione. Tra aiuti diretti, riduzioni d’imposta, prestiti a tassi agevolati, sostegni per chi viaggia in treno e tetti agli affitti, nonché grazie ad un accordo negoziato con l’Unione europea per limitare il prezzo del gas per la produzione di elettricità, l’inflazione calcolata con gli standard comunitari è stata del 6,7% in Spagna, su base annua, a novembre. Contro il 10,7% di luglio. Si tratta del valore più basso tra tutti i Ventisette Paesi membri.
Madrid vuole allargare il numero di beneficiari del reddito di cittadinanza
Sempre nell’ottica di sostenere le famiglie più vulnerabili, è stato anche deciso di ampliare la platea di coloro che percepiscono una sorta di reddito di cittadinanza. Che in Spagna prende il nome di reddito minimo vitale. Ad oggi, esso va a 510mila famiglie (e 1,4 milioni di beneficiari singoli). Ma il ministro dell’Inclusione, della sicurezza sociale e delle migrazioni, José Luis Escriva, ha fatto sapere che si arriverà ad abbracciarne 650mila alla fine del 2023.
Al contempo, a beneficiarne secondo i dati comunicati da Pedro Sanchez è anche la crescita economica: la Spagna dovrebbe chiudere il 2022 con un +5%, rispetto alle previsioni precedenti, che parlavano di un +4,4%.