Lo scoppio della guerra in Ucraina ha creato le condizioni ideali per mettere dare spazio a nuovi soggetti desiderosi di affermarsi nella comunità internazionale. È il caso della Polonia e delle sue mire egemoniche da superpotenza regionale.
Polonia superpotenza
Un epicentro dell’attuale crisi dell’Est Europa, oltre l’Ucraina i cui aspetti peggiori sono stati messi sotto il tappeto nell’attesa della fine della sua resistenza per riemergere, è la Polonia, già ‘tra i ‘cattivi’ del Gruppo di Visegrad, ora invece riammessa tra i ‘buoni’, il cui nazionalismo ha fatto e sta facendo da punto d’appoggio al nazionalismo ucraino in funzione antirussa.
“L’esercito polacco deve essere così potente da non dover combattere solo per la sua forza”, ha tuonato il primo ministro Mateusz Morawiecki alla vigilia del giorno dell’indipendenza della Polonia. A dargli manforte scrive il magazine statunitense Politico: “Varsavia ha quello che è probabilmente il miglior esercito d’Europa. E diventerà solo più forte”. «
Il governo polacco aumenterà la spesa per la difesa, dal 2,4% del prodotto interno lordo al 5%. Forse solo Stato al mondo ad arrivare a tanto. Già adesso la Polonia ha più carri armati e obici della Germania, e presto un esercito molto più grande, con 300.000 soldati entro il 2035, rispetto agli attuali 170.000 effettivi della Germania.
Varsavia ha firmato un accordo da 4,9 miliardi di euro per 250 carri armati Abrams dagli Stati Uniti. La sua forza aerea è fatta con F-16 statunitensi e nel 2020 Varsavia ha firmato un accordo da 4,6 miliardi di dollari per 32 caccia F-35.
Nell’Europa contesa (da Ovest ed Est) il fianco orientale può rivelarsi un catalizzatore risolutivo o un moltiplicatore di instabilità all’interno della crisi globale