Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e promotore della liberalizzzione degli appalti.

LIBERALIZZAZIONE DEGLI APPALTI.
Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Codice degli Appalti, il testo unico che disciplina i rapporti tra la pubblica amministrazione e le società incaricate a svolgere determinate opere pubbliche. Le norme puntano a garantire il rispetto della trasparenza, della concorrenza e della meritocrazia. La premier Giorgia Meloni ha definito la normativa approvata dal suo governo un “volano per la crescita e l’ammodernamento infrastrutturale”. Alla conferenza stampa il vice primo ministro e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
 La liberalizzazione del “subappalto a cascata porta le nefandezze che spesso incontriamo nell’edilizia privata nel settore pubblico”. E’ la denuncia del segretario Fillea-Cgil, Alessandro Genovesi, di fronte al nuovo Codice degli appalti: “da domani assisteremo ad una frammentazione dei cicli produttivi, al massimo incentivo possibile al nanismo aziendale, alla nascita di imprese senza dipendenti. Aziende che prenderanno lavori pubblici in subappalto per poi subappaltare ad altre aziende che a loro volta subappalteranno, teoricamente all’infinito. Aumenteranno zone grigie, infortuni, sfruttamento e rischi di infiltrazione criminale”.

 “Poiché le imprese non sono dame di carità, ogni subappalto dovrà garantire un risparmio all’impresa che sta sopra e rischiano di pagarne il conto i lavoratori, in termini di salario e sicurezza di fatto (magari con turni massacranti, risparmiando sulla formazione, ecc.) o la stessa qualità dei materiali e dell’opera”, sottolinea Genovesi. “Insomma sarà molto più difficile per tutti, sindacati, imprese serie, Pubbliche Amministrazioni verificare e far rispettare le stesse norme sulla sicurezza, sul rispetto dei contratti collettivi, ecc. che il Codice invece teoricamente tutela”, prosegue Genovesi riconoscendo che, anche grazie al lavoro preparatorio del Consiglio di Stato, sono stati salvaguardati molti punti richiesti dal sindacato (il rispetto dei contratti nazionali, la parità di trattamento economico e normativo tra lavoratori in appalto e subappalto, l’obbligo di Durc per congruità, l’esclusione dei costi della manodopera dai ribassi). Ma al “Dottor Jekyll” è poi subentrato “Mister Hyde”, prosegue il sindacalista. “E contro il malvagio Mister Hyde che colpirà le imprese più strutturate e che più hanno investito in qualità, macchinari e lavoratori stabili e pagati il giusto, e che colpirà centinaia di migliaia di lavoratori, come sindacato ci batteremo in tutte le sedi. Chiedendo ancora una volta un tavolo dove poter discutere o, in caso contrario, agendo la mobilitazione nel Paese affinchè Governo e Parlamento modifichino questa norma”, conclude. Cosa c’è nel nuovo Codice degli Appalti, le novità e le critiche: “Beffa natalizia, liberalizzazione del subappalto a cascata”
Cosa c’è nel nuovo Codice degli Appalti, le novità e le critiche: “Beffa natalizia, liberalizzazione del subappalto a cascata”
Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Codice degli Appalti, il testo unico che disciplina i rapporti tra la pubblica amministrazione e le società incaricate a svolgere determinate opere pubbliche. Le norme puntano a garantire il rispetto della trasparenza, della concorrenza e della meritocrazia. La premier Giorgia Meloni ha definito la normativa approvata dal suo governo un “volano per la crescita e l’ammodernamento infrastrutturale”. Alla conferenza stampa il vice primo ministro e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Immediate però le critiche, dalle opposizioni e dall’Anac oltre che dall’associazione Libera.
Il nuovo provvedimento include l’affidamento diretto dei lavori fino a 500mila euro, anche senza la qualifica di stazione appaltante; una liberalizzazione dell’appalto integrato, quell’appalto affidato a un solo soggetto sia per la progettazione che per la realizzazione; la cancellazione del Piano generale trasporti e logistica sostitutio da una lista di opere prioritarie; maggiore digitalizzazione delle procedure; più flessibilità nei settori speciali come acqua, energia e trasporti; un meccanismo di revisione dei prezzi che interverrà quando la variazione dei costi dell’opera supererà il 5% del prezzo totale, si applicherà sull’80% della variazione.
“Un provvedimento organico, equilibrato e di visione, frutto di un lavoro qualificato e approfondito, che permetterà di semplificare le procedure e garantire tempi più veloci. E che rappresenterà anche un volano per il rilancio della crescita economica e l’ammodernamento infrastrutturale della Nazione. Il Governo ringrazia il Consiglio di Stato per il grande lavoro svolto e che ha contribuito al raggiungimento di questo importante risultato”, ha detto la Presidente del Consiglio Meloni parlando di “un altro impegno preso con gli italiani”.
Codice appalti, la ruspa di Salvini spiana i vincoli.
Con la scusa dei tempi del Pnrr da rispettare la Lega impone la deregulation
Il nuovo codice degli appalti si riassume in un solo verbo: liberalizzare, liberalizzare, liberalizzare, liberalizzare. Se è solo Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, a illustrarlo in conferenza stampa è solo per coincidenza, la premier essendo impegnata al funerale dell’amica uccisa nella strage di Roma. A volte però le coincidenze sono provvidenziali: il codice è un successo della Lega, che dell’abbattimento di vincoli e paletti aveva fatto una bandiera. La strada, è vero, la aveva aperta Mario Draghi: i limiti che restavano sono stati spianati
IL TESTO È VOLUMINOSO, 229 articoli, ma l’architrave è il ritorno della legge Obiettivo varata nel 2001 da Berlusconi e dall’allora ministro Lunardi: la filosofia e spesso anche la lettera sono quelle. Al centro del disegno figura l’appalto integrato, l’affidamento cioè della progettazione e dell’esecuzione dell’opera allo stesso soggetto, scelto con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. È una dinamica che da un lato porta all’impennata dei tempi e delle spese, dall’altro abbatte la sicurezza sul lavoro. Sino all’ultimo minuto il Codice limitava ancora l’appalto integrato ai «lavori complessi». La specifica è saltata in extremis su insistenza del ministro delle Infrastrutture che esulta: «È l’iniziativa più importante del governo».
Torna sbrigliato anche il subappalto. A cancellare il vincolo che imponeva di non subappaltare lavori oltre il 30% dell’opera era stato già Draghi. Il nuovo governo conferma e rincara: ora è possibile appaltare anche i subappalti. Sarà contenta la Ue che ai vincoli sul subappalto è contrarissima. Peccato che brinderanno anche le grandi organizzazione criminali. Anche i piccoli comuni potranno procedere all’affidamento diretto o alla commissione autonoma delle opere con soglie vertiginosamente innalzate: da 40mila a 150mila euro nel primo caso, da 150mila a 500mila nel secondo. «È l’80% dei lavori», canta vittoria Salvini.
L’ANAC PROTESTA, in particolare per il depotenziamento molto drastico delle norme sul conflitto di interessi e l’eliminazione secca dell’elenco delle aziende che permetteva all’Autorità anticorruzione i controlli sugli affidamenti in house, quelli che le aziende assegnano a società da loro stesse controllate. La replica del leghista è definitiva: «L’Anac può rivolgere le sue critiche al Consiglio di Stato ma io rivendico la separazione dei ruoli e la cabina di regia è politica». Il sottosegretario alfredo Mantovano è più tassativo: «L’aveva detto la presidente che il nostro motto sarebbe stato ’Non disturbare chi vuol fare’». Un tempo era Laissez Faire ma la sostanza non cambia.
CON L’OBBLIGO di rispettare i tempi del Pnrr, missione che sarà ben più difficile nella fase di implementazione, la Lega ha avuto gioco facile nell’imporre la deregulation. Nel governo si è diffuso così uno sfrenato ottimismo a tutto campo. Ieri mattina il ministro Raffaele Fitto, responsabile dell’attuazione del Piano, ha convocato un vertice e alla fine ha annunciato che su 55 obiettivi 40 sono stati centrati, 10 in più di quelli lasciati in eredità da Draghi. Ne mancano 15 e i giorni a disposizione per tagliare in tempo il traguardo sono altrettanti, con le feste di mezzo. Fitto però è convinto che il governo ce la farà e incasserà senza problemi la prossima tranche del Next Generation Eu: «Ormai è questione di dettagli e a volte di adempimenti burocratici». Il problema si porrà nei prossimi mesi, quando bisognerà rinegoziare con Bruxelles un piano che l’impennata del prezzo delle materie prime ha reso impraticabile. Ma va da sé che arrivare all’appuntamento con gli obiettivi tutti raggiunti renderebbe la trattativa molto meno ardua.
DOVREBBERO arrivare anche gli emendamenti del governo alla manovra. Ieri sembrava in programma un vertice di maggioranza con i capigruppo, propedeutico alla presentazione degli emendamenti, probabilmente accorpati in un maxiemendamento, entro questa mattina. I tempi sono slittati e il vertice non si sa neppure se verrà convocato. Intanto però dovrebbe essersi concluso un lunghissimo braccio di ferro: i tempi della presentazione della dichiarazione di avvenuto inizio dei lavori per accedere al bonus del 110% e non del 90% slitteranno dal 24 novembre al 31 dicembre. Una vittoria per Fi.
MORTI SUL LAVORO
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail entro lo scorso mese di ottobre sono state 909. Un strage. Aver liberalizzato gli appalti non aiuterà, anzi.

Immagine simbolo delle morti sul lavoro

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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