Matteo Messina Denaro finisce in mano alla giustizia, ma con un’operazione tutt’altro che trasparente e che pare scaturire dalle ombre di una trattativa stato-mafia che forse non si è mai chiusa.

Già nel corso della giornata sono emersi primi dettagli che danno un quadro meno “eroico” di questa cattura. Messina Denaro era praticamente da solo, accompagnato da un “autista” anche lui arrestato per “favoreggiamento”.. In quella clinica ci andava da almeno un anno, forse due, sotto falso nome (che ci sembra davvero il minimo, per un personaggio del genere).

Senza lasciare spazio alla dietrologia per riempire il vuoto di informazioni di cui ovviamente non siamo a disposizione, è interessante però segnalare che le stesse cronache, un paio di mesi fa, avevano riferito le considerazioni di Salvatore Baiardo, a suo tempo persona di fiducia di boss mafioso, addirittura in televisione (da quel pessimo personaggio di Giletti): «Che arrivi un regalino?…Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?»

Anche l’altra battuta dell’ex “uomo di fiducia” era stata piuttosto chiara: «la trattativa Stato-mafia non è mai finita».

E dunque, come conclude il commento redazionale del giornale online Contropiano.org, mettendo semplicemente in fila i puntini, la lettura di questo arresto diventa politicamente meno trionfale (specie per un governo composto da forze politiche che hanno avuto decine di esponenti arrestati per rapporti con vari tipi di mafie).

Insomma, il governo ha ora un trofeo per sedare momentaneamente le polemiche sui diversi dossier aperti con l’UE e nelle proprie trattative di coalizione, per sviare il malcontento popolare che monta soprattutto al Meridione dopo le scelte assunte con la legge di bilancio.

Proprio per rispetto ai cittadini del martoriato Sud di questo paese, che conoscono sulla propria pelle gli orrori della Mafia e delle connivenze con lo Stato, esigiamo chiarezza su cosa sia successo in questi trent’anni, su come sia possibile che, come Provenzano, l’ultimo nome eccellente della vecchia dirigenza di Cosa Nostra venga rintracciato solo quando molto malato e dietro l’angolo di casa.

Marta Collot Pap UP

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