Le vicende delle ultime ore hanno segnato un altro importante tassello lungo il percorso iniziato da tempo e promosso da Russia e Cina prima, ora anche dall’Arabia Saudita, di detronizzazione del dollaro USA come valuta di riserva globale.
Chiunque abbia letto i miei precedenti pezzi sa che credo che siamo sull’orlo di un’era geopolitica senza precedenti. In parole povere, credo che ci sia una radicalizzazione del divario tra le nazioni BRICS, guidate da Russia e Cina, e l’Occidente, guidato dagli Stati Uniti.
La scorsa estate sono stato trai pochi a riportare, circostanziando conseguenze e contesto, il fatto che Russia e Cina hanno annunciato apertamente una “nuova valuta di riserva globale” (annunciata a luglio 2022, da me condivisa e delineata nel primo trimestre 2022). E, naturalmente, la Russia e la Cina non possono fare un’impresa simile da sole: stanno lavorando con nazioni come l’Arabia Saudita e l’India che li aiuteranno a mettere in pratica i loro piani.
Un passo cruciale per riuscire a detronizzare il dollaro USA è l’eliminazione del suo utilizzo per l’acquisto e la vendita di petrolio, un sistema in vigore dagli anni ’70, quando gli Stati Uniti hanno promesso sicurezza al Regno Saudita in cambio della costituzione del sistema del petrodollaro, che contribuisce in modo fondamentale a sostenere la forza del dollaro come valuta di riserva globale.
Un commentatore a settembre 2022 ha affermato che: “Puoi essere sicuro che l’egemonia del dollaro è quasi pronta a spezzarsi quando ti rendi conto che l’Arabia Saudita sta per unirsi alle nazioni BRICS. Pensate che Biden volerà lì (in Arabia Saudita) per chiedere più petrolio? È andato lì per supplicarli di non entrare a far parte dei BRICS”.
Il dollaro è rimasto valuta di riserva solo grazie alla protezione USA assicurata al Regno Saudita. Nel frattempo però, l’Arabia Saudita, firmava nuovi accordi di protezione con la Russia.
Fino ad arrivare ad oggi: l’Arabia Saudita sembra aver emesso una campana a morto per la posizione esclusiva del petrodollaro come lo conoscevamo una volta, esponendo gli Stati Uniti ad un futuro di grandi incertezze