La decisione di inviare carri armati occidentali a Kiev segna un ulteriore passo nell’escalation militare. Ieri il Parlamento italiano (Destra, Pd e Terzo Polo) ha confermato l’invio di armi in Ucraina per tutto il 2023 e probabilmente invieremo anche uno scudo antimissile, quando abbiamo già speso 1 miliardo di euro in forniture militari.
Arma dopo arma l’Europa sta entrando sempre più in guerra e i Paesi europei si stanno riarmando. Il Governo Draghi ha deciso investire 13 miliardi di euro nel riarmo togliendoli a scuola e sanità, e il governo Meloni ha confermato questa scelta.
Lo scontro fra Nato/USA e Russia cresce sempre più di livello in quella che anche un cieco ormai capisce che è una guerra per procura giocata sulla pelle degli ucraini e sul sistema economico europeo. Una guerra che si sta sempre più afghanizzando e con il rischio che possa estendersi fino allo scontro nucleare.
Cresce anche la propaganda che non si discosta dal ritornello “c’è un aggressore e un aggredito” e non aiuta a comprendere che la posta in gioco è la costruzione di un nuovo ordine mondiale con l’uscita dalla globalizzazione.
Nessuno parla più di pace, e la guerra non è mai stata la via per preparare la pace. Casomai conflitti sanguinosi e laceranti hanno creato il terreno per nuove guerre.
Non c’è nessuna guerra che può essere vinta, la guerra può essere solo fermata.
Stefano Lugli Prc UP