- Fabrizio Verde
Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha rifiutato di fornire alla Germania munizioni per carri armati che Berlino intendeva consegnare all’Ucraina. La decisione sarebbe stata presa il 20 gennaio durante una riunione con i vertici delle forze armate del Paese e il Ministro della Difesa José Múcio, secondo quanto riporta il quotidiano Folha de S.Paulo.
Secondo fonti informate sui fatti, il comandante dell’esercito brasiliano, Julio César de Arruda, poi licenziato, spiegò a Lula che il governo tedesco avrebbe pagato poco meno di cinque milioni di dollari per una partita di munizioni per i suoi carri armati Leopard-1. Tuttavia, il presidente avrebbe scelto di rifiutare l’offerta, sostenendo che “non valeva la pena provocare i russi”, secondo quanto riportato dal quotidiano brasiliano.
Il rifiuto di Lula segue quello del suo omologo colombiano Gustavo Petro che ha negato la cessione di armi di produzione russa presenti negli arsenali di Bogotà agli Stati Uniti. Washington aveva poi intenzione di cedere le armi colombiane al regime di Kiev.
Al contrario di quanto accade in quella colonia dove spadroneggiano USA e Nato, conosciuta come Europa, i leader latinoamericani mostrano schiena dritta e rifiutano di coinvolgere i propri paesi e popoli nella guerra per procura scatenata dalla NATO contro la Russia.
Mosca ha ancora una volta ribadito che la fornitura di armi al regime di Kiev viene considerato dalla Russia un coinvolgimento bellico diretto.
Tornando a Lula, se qualche ‘sbadato’ osservatore credeva che il presidente brasiliano sarebbe stato una sorta di fantoccio in mano a Biden, le prime mosse dell’ex sindacalista brasiliano hanno completamente smentito questa fallace previsione.
Lula crede fortemente in un mondo multipolare e lavora in tal senso in concerto con gli altri leader socialisti e progressisti latinoamericani