Giorgia Meloni va a Kiev in missione di guerra per accreditarsi a livello internazionale. E’ lì per assicurare a Zelensky la prosecuzione della fornitura di armi dall’Italia. Lo fa contro il ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione e la volontà della maggioranza delle italiane e degli italiani. Almeno abbia la dignità di esigere da Zelensky un immediato intervento sulla questione dei due giornalisti italiani, Andrea Sceresini e Alfredo Bosco, bloccati a Kiev e del collega Salvatore Garzillo respinto alla frontiera. Le accuse rivolte ai giornalisti italiani sono inaccettabili, come hanno denunciato la FNSI e l’Ordine dei Giornalisti. Il governo italiano ha il dovere di esigere che i giornalisti possano fare il proprio lavoro per informare l’opinione pubblica sul conflitto. La vicenda dei nostri giornalisti si inserisce in un quadro ben più grave e di lunga data di repressione delle opposizioni e delle stesse libertà di stampa ed espressione che contrasta con l’immagine democratica che la propaganda occidentale ha dato dell’Ucraina.
Ricordo che l’Ucraina compete da anni con Russia e Turchia per numero di cause pendenti presso la Corte Europea dei Diritti Umani ma questi dati sembrano non esistere per i governi dell’Unione Europea.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, coordinamento nazionale di Unione Popolare
Sul caso die giornalisti italiani video di Fanpage.it https://www.facebook.com/watch/?v=1362263017864881