La lettera della preside del liceo Michelangelo di Firenze, i cui studenti sono stati oggetto di una spedizione punitiva da parte di esponenti dell’estrema destra fiorentina, non distorce la realtà ma la legge con acume e memoria storica, invoca obiettività e senso civico, partecipazione democratica e non indifferenza.
A distanza di poche ore i fascisti hanno appeso uno striscione prendendo di mira la Preside per invocare la rottamazione e il pensionamento della generazione uscita dal biennio 1968\69, colpevole di tutti i mali che affliggono il sistema scolastico. E che le destre oggi mirino al controllo delle scuole è cosa risaputa.
La banalità del fascismo è il risultato di luoghi comuni trasformati in massime assolute: da anni assistiamo a una interpretazione della storia e della realtà giustificazionista e assolutoria verso il fascismo, il colonialismo e il militarismo dentro un contesto di vero e proprio revisionismo storico e politico.
D’altronde l’immiserimento crescente di una fetta sempre più ampia di popolazione, dovuto alla supina accettazione delle regole del mercato che vincolano le spese sociali al pareggio di bilancio in Costituzione (ma non quelle belliche, per cui si spende sempre più) ha aperto la strada a chi cerca di dividerci in base al colore della pelle, il genere o il credo religioso.
Come redazione di Lotta continua pensiamo che il fascismo si manifesti in molteplici forme e inizi ad acquisire forza quando le istanze delle classi subalterne vengono negate e con esse cancellate le voci critiche, gli spazi della memoria, principi elementari come la libertà di parola e di insegnamento.
In questa fase il compito degli antifascisti va però oltre le condivisibili posizioni espresse dalla circolare della preside. Si tratta infatti di prendere atto di come lo Stato e le istituzioni (di cui il Governo è uno degli organi più importanti) siano parte del problema e lungi dall’esserne la soluzione.
Le forze dell’ordine proteggono da sempre i fascisti, essendo entrambi posti a difesa dell’ordine vigente, di questo sistema di sfruttamento e morte che si chiama capitalismo: esercito, polizia e carabinieri in veste legale, i neofascisti in funzione ausiliaria di violenza di strada.
La costruzione di un ampio fronte antifascista deve perciò svincolarsi dalla retorica “costituzionalista”, visto che con la costituzione vigente ha operato l’MSI e tutte le formazioni dell’eversione nera e delle stragi di Stato.
Spetta quindi a tutti gli antifascisti togliere agibilità ai gruppuscoli neofascisti, con tutti i mezzi necessari, e agire sul piano culturale e scolastico per sbarrare il campo a letture storiche “assolutorie” e di parte riguardo al ventennio e al neofascismo.
La dichiarazione del Ministro Valditara dimostra che la repressione parte proprio dalla scuola e dalla università dove il diritto alla parola, all’educazione libera diventano pericolose per quell’ aziendalismo pernicioso che si appoggia sul revisionismo storico e politico. Da qui l’attacco del Ministro Valditara alla Preside che invitava gli studenti e i genitori a non essere indifferenti contro vecchi e nuovi fascismi fino ad invocare provvedimenti contro la dirigente scolastica alla quale manifestiamo il nostro pieno appoggio e per questo ci associamo a quanti, nel paese, chiedono le dimissioni del Ministro.
La redazione di Lotta Continua
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