In un colloquio telefonico, i due leader hanno parlato della crisi ucraina, dell’assistenza alle vittime del terremoto e dell’approvvigionamento energetico e alimentare del continente europeo e dell’intero pianeta.
Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ed il presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, hanno tenuto venerdì un colloquio telefonico nel quale hanno affrontato i più importanti temi del momento, come la crisi ucraina, l’assistenza alle vittime del terremoto che ha colpito la Turchia, e le strategie per garantire l’approvvigionamento energetico e alimentare del continente europeo attraverso l’applicazione degli accordi di Istanbul.
“I leader hanno avuto uno scambio di opinioni sulla situazione dell’Ucraina nel contesto delle valutazioni di principio messe a nudo dal presidente russo nel suo recente discorso sullo stato della nazione. Particolare attenzione è stata rivolta all’attuazione degli accordi di Istanbul sull’esportazione di grano ucraino e l’esportazione di prodotti agricoli e fertilizzanti russi. I presidenti hanno sottolineato la necessità di un’attuazione in buona fede della seconda parte del “pacchetto”, riguardante la rimozione degli ostacoli per le corrispondenti forniture dalla Russia ai Paesi più poveri“, si legge nella nota stampa rilasciata dal Cremlino.
A tal proposito, è bene ricordare cosa prevedono gli accordi di Istanbul. Lo scorso 22 luglio, è stato firmato dalle parti in causa un pacchetto di documenti per risolvere il problema dell’approvvigionamento di cibo e fertilizzanti sui mercati europei e globali per una durata di 120 giorni. In particolare, la Russia e l’Ucraina si sono impegnate a garantire e esportazioni di grano dai porti di Odessa, Čornomors’k e Južne, attualmente sotto il controllo delle truppe di Kiev. In vista della scadenza degli accordi, prevista per il 19 novembre, il 17 novembre gli stessi sono stati prorogati per ulteriori 120 giorni. Secondo il ministero degli Esteri russo, l’accordo verrà automaticamente prorogato alla sua nuova scadenza se nel frattempo non vi saranno state obiezioni da parte di nessuna delle parti (Russia, Ucraina, Turchia e Nazioni Unite). Inoltre, la Russia e le Nazioni Unite hanno firmato un memorandum in cui si prevede che le Nazioni Unite adotteranno misure per revocare varie restrizioni sulle esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti russi sul mercato globale.
Nonostante gli accordi, la Russia ha ripetutamente sottolineato la mancata attuazione di diverse disposizioni previste dagli stessi, comprese quelle che prevedono l’esportazione di grano, fertilizzanti e prodotti alimentari in generale verso i Paesi più poveri. Nel caso in cui questa situazione dovesse permanere, la Russia potrebbe obiettare contro il rinnovo degli accordi, che scadranno a marzo, in quanto la parte ucraina non sta garantendo l’esportazione dei prodotti russi, mettendo ulteriormente a repentaglio l’approvvigionamento alimentare di molti Paesi.
In seconda battuta, “i leader hanno discusso degli aspetti pratici di ulteriori forniture di fonti energetiche russe e della costruzione della centrale nucleare di Akkuyu“, secondo quanto affermato dal servizio stampa del Cremlino. La centrale nucleare di Akkuyu, la prima centrale nucleare in Turchia, è in costruzione sulla base dell’accordo intergovernativo russo-turco del 12 maggio 2010. Secondo le previsioni, la centrale nucleare soddisferà fino al 10% della domanda di elettricità della Turchia, e la costruzione della prima unità dovrebbe essere terminata entro la fine di quest’anno. La Russia e la Turchia continuano anche ad intrattenere importanti relazioni in ambito energetico attraverso il Turk Stream, il gasdotto che, attraversando il Mar Nero senza passare da Paesi terzi, permette ad Ankara di ricevere il gas russo, ma anche di rivenderlo ad altri Paesi aggirando le sanzioni antirusse.
Erdoğan ha anche ringraziato Putin per l’assistenza post-terremoto, dopo il susseguirsi di violente scosse che hanno colpito la provincia turca di Kahramanmaraş e altre aree del sud-est del Paese. Proprio in queste ore, il conteggio delle vittime del sisma, che ha devastato anche la Siria settentrionale, ha superato quota 44.000.
Secondo fonti ufficiale del governo turco, Erdoğan “ha affermato che la pace giusta deve essere stabilita senza ulteriori vittime e danni nella guerra russo-ucraina” e “ha espresso il sincero desiderio che gli accordi di Istanbul vengano ripristinati, affermando che la Turchia è pronta a dare qualsiasi contributo a questa questione”.
Membro della NATO ribelle rispetto ai dettami di Washington, la Turchia continua dunque a porsi come uno dei pochi intermediari credibili tra Kiev e Mosca, mostrando la capacità di Erdoğan nello sfruttare la situazione per guadagnare prestigio internazionale. Al contrario, i rapporti di Ankara con gli Stati Uniti si stanno incrinando sempre più, come sottolineato dall’analista turco Aydın Sezer, che, parlando all’agenzia TASS della visita del segretario di Stato Antony Blinken in Turchia, non ha espresso un giudizio lusinghiero: “La sua visita è andata oltre il terremoto e si è trasformata in un incontro globale in cui sono state discusse tutte le questioni tra i due Paesi, anche l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO. A giudicare dalle dichiarazioni rese e dalla conferenza stampa, è chiaro che la visita non solo non è riuscita a risolvere i problemi tra Turchia e Stati Uniti, ma in realtà li ha esacerbati”.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog