Giorgia Meloni
La Meloni inasprisce le pene contro i trafficanti di immigrati. Il nuovo decreto legge, che dovrà essere approvato dal Parlamento tra meno di 60 giorni, introduce una nuova fattispecie di reato, quella di “morte e lesioni dovute alla tratta di clandestini”, e prevede pene fino a 30 anni di reclusione. “Non conviene entrare in Italia clandestinamente, non conviene pagare i trafficanti, non conviene rischiare la vita”, ha esortato il premier Giorgia Meloni agli immigrati. Il governo italiano ha approvato questo giovedì un decreto legge che inasprisce le pene per i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, dopo il naufragio del 26 febbraio al largo della Calabria (sud) in cui sono morti almeno 72 immigrati.  decreto introduce una nuova fattispecie di reato, quella di “morte e lesioni dovute alla tratta di clandestini”, e prevede pene fino a 30 anni di reclusione, ha spiegato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa dopo la Consiglio dei Ministri, tenutosi nel comune di Cutro, sulle cui rive è avvenuto il naufragio. La tragedia è avvenuta la notte del 26 febbraio quando una chiatta di legno salpata dalla Turchia quattro giorni prima è affondata a pochi metri dalle coste italiane, provocando almeno 72 morti, secondo il bilancio ancora provvisorio. Dopo il disastro sono stati arrestati tre sospetti trafficanti che lavorano per organizzazioni criminali che traggono profitto da questi pericolosi viaggi in Europa: un turco e due pachistani, uno dei quali minorenne. La nuova dottrina, ha spiegato Meloni, assumerà questo nuovo reato come “universale” e sarà perseguito “anche se commesso fuori dai confini nazionali”. Abbiamo preso questa decisione per chiarire la nostra determinazione a sconfiggere il traffico di esseri umani, responsabile di questa tragedia. La nostra risposta è una politica più ferma”, ha detto a proposito del decreto legge (che entra in vigore automaticamente ma deve essere approvato dal Parlamento entro 60 giorni). Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha affermato che questo “aumento della giurisdizione italiana” comporterà che se un trafficante catturato ha causato lesioni o morte a un immigrato durante il viaggio, gli verrà imposta questa nuova tipologia di reato aggravato. Nel decreto ci sono norme volte a semplificare il processo di espulsione, altre a migliorare i centri di residenza per il rimpatrio e strumenti per intervenire in caso di gestione opaca dei centri di accoglienza per immigrati. Allo stesso modo, anche il governo italiano ha annunciato un inasprimento delle politiche migratorie. Lo farà restringendo la “protezione speciale”, una tutela che l’ordinamento italiano aggiunge a quanto previsto dalle convenzioni internazionali in materia di migrazione e che la Meloni, ha assicurato, intende “abolire” a breve. Allo stesso modo, il Governo ha riattivato i cosiddetti “Decreti Flussi”, che stabiliscono quote legali di ingresso per motivi di lavoro sulla base delle richieste del mercato. “Non conviene entrare in Italia clandestinamente, non conviene pagare i trafficanti, non conviene rischiare la vita”, ha incalzato Giorgia Meloni. Viene invece prorogato, fino a cinque anni, il rinnovo del permesso di soggiorno, ha avanzato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, costretto a rispondere davanti al Parlamento di questo disastro e al quale l’opposizione chiede le dimissioni. La Meloni ha deciso di tenere “simbolicamente” il Consiglio dei ministri in questo paese  della lontana Calabria, dove è stata accolta non proprio bene dai residenti. Il Governo ha inaugurato nel Municipio una targa che ricorderà le vittime del naufragio.
Sugli immigrati la dichirazione di Matteo Salvini: “Il governo è pronto al pugno duro sugli sbarchi”, è condivisa da Giorgia Meloni. I due sono d’ accordo.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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