La giunta di Bologna, sindaco PD, ha deciso che sulle targhe delle strade dedicate a quanti si opposero al nazifascismo non ci sarà più l’indicazione “patrioti” ma quella “partigiani”.
Sarà permesso giudicare questo fatto come un passo indietro nella valutazione storica che si verifica tra l’altro in coincidenza con l’ascesa della destra (non costituzionale nelle sue principali componenti) al governo del Paese.
E’ il caso di ribadire, invece, la teoria del patriottismo costituzionale che ha caratterizzato l’ispirazione della Costituzione Repubblicana in modo peculiare e innovativo perché ha disegnato il concetto di lealtà non verso il monarca o verso lo Stato (come pretendevano sia lo statuto albertino, sia il giuramento di fedeltà verso il fascismo inteso come Stato) ma verso la Patria.
In questo modo il concetto di Patria risponde al retaggio e alla tradizione culturale del popolo e alla fedeltà a un ordinamento politico (quello repubblicano, nel nostro caso) che si legittima in quanto espressione della volontà comune, finalizzata al perseguimento dell’interesse generale.
Si tratta del tema riguardante l’intreccio diretto tra Resistenza e Costituzione, che la decisione della giunta bolognese minaccia di far arretrare aprendo la strada a soluzioni davvero non auspicabili come quella del mutamento della forma di governo che nasconderebbe in sé un mutamento di natura proprio della democrazia repubblicana e riducendo a “partigiani” quanti intendessero opporsi a questa deriva.