Immagine di Aldo Moro nel film Esterno notte di Marco Bellocchio

Nove maggio 1978, il corpo senza vita di un uomo viene trovato in una Renault 4 rossa, nel pieno centro di Roma. È Aldo Moro, il presidente della Democrazia Cristiana, assassinato dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di prigionia. Un evento che ha lasciato una ferita indelebile nella storia d’ Italia, un caso che fa ancora scalpore perché non ha eguali e ancora molte sono le domande senza risposta.          Su questo evento tragico molto è stato scritto, basti, per esempio, l’intervista di Rossana Rossanda e Carla Mosca a Mario Moretti, il principale artefice del sequestro Moro. Nell’intervista Moretti racconta in dettaglio il ruolo suo e delle Brigate Rosse nella vicenda. Molti sono stati anche i film, tra i quali ll  Caso Moro è film del 1986 diretto da Giuseppe Ferrara, tratto dal libro del 1982 I Giorni dell’Ira. Il Caso Moro senza censure di Robert Katz, coautore anche della sceneggiatura. Fu il primo film a narrare l’intera vicenda del rapimento di Aldo Moro, con l’interpretazione di Aldo Moro affidata a Gian Maria Volonté.
Chi ha filmato con ricchezza di dettagli la tragica vicenda di Aldo Moro è stato il regista Marco Bellocchio, che nel 2003 ha diretto Buongiorno, notte. Il titolo della pellicola viene dalla poesia Buongiorno, mezzanotte di Emily Dickinson, nella traduzione del 2001 a opera del poeta e romanziere Nicola Gardini, che per primo ha utilizzato la forma Buongiorno, notte. La trama è ripresa liberamente dal libro del 1998 Il prigioniero della ex brigatista Anna Laura Braghetti, dove si narra la tragedia. Attraverso un resoconto che mescola la narrazione del romanzo con documenti televisivi originali dell’epoca, il regista rievoca il dramma umano dello statista Aldo Moro e il dubbio che si era fatto strada in Chiara, una delle brigatiste. Il doppio livello narrativo ci presenta drammatici stralci degli “interrogatori” a cui lo statista fu sottoposto durante la sua detenzione, e proiezioni oniriche che culminano con la sua ipotetica liberazione.                 A fine 2022 il film Buongiorno, notte diventa una serie TV dal titolo Esterno notte. A interpretare Aldo Moro, questa volta, vedremo Fabrizio Gifuni, autore del libro Con il vostro irridente silenzio (Feltrinelli, 2022), circondato da un cast eccezionale: Margherita Buy nel ruolo di Eleonora Moro, Toni Servillo in quello di Paolo VI, Gabriel Montesi come il brigatista Valerio Morucci e Daniela Marra come Adriana Faranda.                           E questo è ciò che Marco Bellocchio, nella serie tv in onda su Rai1, Esterno notte, vuole raccontare: non il sequestro visto dall’interno, immaginato e ricostruito, ma dall’esterno, forse ancora più difficile da ripercorrere. A questa narrazione, il regista non è nuovo, perché nel 2003 usciva nelle sale il film Buongiorno, notte, ispirato al libro dell’ex brigatista Anna Laura Braghetti Il prigioniero, edito da Feltrinelli. A interpretare Aldo Moro, questa volta, vedremo Fabrizio Gifuni, autore del libro Con il vostro irridente silenzio (Feltrinelli, 2022), circondato da un cast eccezionale: Margherita Buy nel ruolo di Eleonora Moro, Toni Servillo in quello di Paolo VI, Gabriel Montesi come il brigatista Valerio Morucci e Daniela Marra come Adriana Faranda.Aldo Moro durante la prigionia parla, ricorda, risponde, interroga, confessa, accusa, si congeda. Scrive lettere e compone un lungo Memoriale, che è discorso politico, storico, personale. In questo testo, originariamente destinato al teatro, Fabrizio Gifuni riannoda quelle pagine. La serie è stata presentata a Cannes ed è stata accolta da oltre dieci minuti di applausi. L’idea di giocare sulla maratona della serialità anziché sulla finestra del film è stata abbracciata dal regista per potersi prendere il proprio tempo e raccontare, da molteplici punti di vista, una vicenda nota e ripresa da più media. La novità di sguardo di questa serie le ha valso l’Award for Innovative Storytelling agli EFA 2022, mentre i riconoscimenti di critica sono stati diversi e internazionali. Da “Le Monde” che giudica Esterno notte «un dramma shakespeariano in sei atti», a “Liberation” che scrive che «Bellocchio trasforma il piombo in oro rivisitando un trauma nazionale grazie a una serie magistrale e feroce che somiglia soprattutto a un film fiume in sei atti», i pareri sono più che entusiasti. La prima puntata, in onda il 14 novembre, ha raccontato del 16 marzo ’78: in via Fani, a Roma, il giorno del voto di fiducia al governo Andreotti IV, Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, è rapito dalle Brigate Rosse. Dei cinque agenti della scorta nessuno sopravvive all’agguato. Nella seconda parte entra in scena, durante la prigionia di Moro, Paolo VI, amico personale dell’onorevole, che segue la vicenda con apprensione e partecipazione, tanto da ammalarsi. Tra le fila dei brigatisti, intanto, comincia a serpeggiare il dubbio che poi porterà a mettere ai voti l’esecuzione di Moro; particolarmente titubante è proprio Adriana Faranda. Il 16 novembre, per la conclusione, vedremo i tentativi di Eleonora Moro di intercedere in favore del marito, ma la linea dura dello Stato impedirà qualsiasi compromesso o trattativa con i terroristi. Del tragico epilogo di cui tutti sappiamo e che racconterà quest’ultima parte della serie, Benedetta Tobagi ha scritto per noi un articolo nel giorno dell’anniversario della morte di Aldo Moro. Una serie feroce che ci mette di fronte a uno degli episodi più drammatici della nostra storia nazionale. Un punto di vista autoriale e artistico per raccontare un contesto, una responsabilità e una politica ancora da indagare e da comprendere.
Marco Bellocchio ha creato una narrazione nuova su una delle pagine più oscure e discusse della nostra storia.



Marco Bellocchio

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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