di Alberto De Nicola e Alioscia Castronovo
A pochi giorni dal referendum popolare non vincolante nella Comunità di Madrid, e in vista delle manifestazioni della Marea Blanca del 19 e del 26 marzo, una intervista alla Plataforma de Centros de Salud di Madrid sulla straordinaria lotta popolare contro la privatizzazione del sistema sanitario portato avanti dal governo regionale di Díaz Ayuso
Le manifestazioni per la Sanità Pubblica del 13 novembre dello scorso anno e del 12 febbraio scorso hanno inondato le strade di Madrid rendendo visibile un processo ampio di lotta su un tema centrale a livello globale, ma che emerge in modalità varie nei diversi contesti specifici. Come nasce questa lotta? Contro quali provvedimenti? Quali sono gli elementi di continuità e discontinuità dalla Marea Blanca a oggi?
La lotta comincia a causa della pessima situazione in cui versavano già da tempo alcuni centri di salute a causa dell’assenza di personale professionista, una situazione che si è poi aggravata con la pandemia di Covid-19 e che riguarda oggi molti altri centri di assistenza primaria inclusi i centri di Pronto Soccorso urbani e rurali di tutta la Comunità di Madrid. Le manifestazioni portate avanti dagli abitanti che settimana dopo settimana hanno cominciato a riunirsi di fronte agli ingressi dei centri di salute, per chiedere medici di famiglia e pediatri, si sono estese ai quartieri e ai paesi limitrofi costruendo spazi di unione tra le lotte per portare le rivendicazioni popolari fino alle porte dell’Assemblea di Madrid.
Le Mareas Blancas, che si svolgono ogni terza domenica del mese per la sanità pubblica, di Qualità e Universale, nascono nel 2012, quando cominciano i tagli alla sanità con i governi del Partito Popolare, e negli ultimi due anni sono cresciute arrivando nuovamente a portare in piazza migliaia di manifestanti. Da qualche mese stanno avvenendo nuovamente grandi mobilitazioni moltitudinarie convocate dai sindacati di classe, dai movimenti dei cittadini convocati dalla associazioni di quartiere e da alcuni settori della società civile. Dall’altra parte, oggi bisogna dire che la cittadinanza ha una coscienza maggiore rispetto alle pratiche di sviamento di fondi pubblici alle imprese private, dato che si ripetono le denunce di trame e affari legati a contratti fraudolenti, che in alcuni casi si sono anche trasformate in vittorie nei tribunali. Il malessere vissuto dalla cittadinanza ha prodotto così le condizioni per le grandi proteste popolari.
Isabel Díaz Ayuso nel 2021 ha vinto le elezioni regionali a Madrid proponendo un discorso molto violento contro le misure di contenimento della pandemia e sostenendo un atteggiamento libertario e molto ambiguo nei confronti della salute pubblica. In che modo credi che in questa mobilitazione si stiano confrontando differenti concezioni della salute e della cura?
Il discorso di Díaz Ayuso contro le misure di contrasto alla pandemia portate avanti dal governo Statale avevano solamente l’obiettivo di accontentare una parte della società di Madrid che vive di hotel e turismo e una parte elitaria del suo elettorato, frequentatrice dell’ambiente notturno e delle feste, ma i cittadini in generale hanno tenuto conto delle misure di protezione approvate dal Ministero della Sanità e hanno avuto un atteggiamento assolutamente rispettoso e civico, nonostante Díaz Ayuso avesse voluto portare avanti una ribellione popolare contro il governo di Pedro Sánchez.
Le misure della Presidenta Díaz Ayuso per contenere il Covid sono state nulle, creando solamente un monumento fatto per celebrare se stessa, altro non è infatti l’Hospital Zendal, che oggi continua a non rispettare la maggior parte delle condizioni affinché possa essere considerato un vero ospedale. Tutta la sua gestione sanitaria è stata pura propaganda, dato che la sua politica in relazione alla pandemia è stata nulla o semmai mera trasmissione di decisioni prese a livello nazionale, lasciando i centri sanitari senza direttive o inviando direttive mutevoli un giorno dopo l’altro, con decreti che mettevano a rischio la vita delle persone e quella dei professionisti. Alcuni dei suoi protocolli hanno escluso direttamente le persone più vulnerabili, tra cui gli anziani nelle case di riposo, con la proibizione del trasporto in ospedale proprio mentre molti di loro morivano nella case di riposo che vivevano uno stato di completo abbandono.
In questo momento i professionisti e le professioniste del settore hanno una idea chiara di ciò che dovrebbe essere un sistema di sanità pubblica, universale e di qualità, che è il modello che abbiamo conosciuto in alcuni decenni scorsi. Evidentemente, questo modello si scontra frontalmente con il modello neoliberale più becero, che ha già fallito in alcuni paesi, lo stesso che il Partito Popolare vuole istituire nella Comunità di Madrid. Questo modello porta alla dismissione di tutto il settore pubblico in favore di lobby e imprese private. Queste privatizzazioni sono causa di molte sofferenze e difficoltà, tanto nei servizi sanitari quanto nel resto dei servizi pubblici che dipendono dalla gestione della Comunità Autonoma di Madrid.
In Italia all’interno dei movimenti si discute molto di “convergenza” delle lotte. Eppure, anche nel campo delle mobilitazioni per la Sanità, c’è una grande difficoltà a mettere in comunicazione i comitati dei cittadini, le associazioni, i collettivi dei lavoratori e delle lavoratrici e i sindacati di categoria. In che modo nelle mobilitazioni di Madrid si è creata una connessione tra lotte e soggettività differenti?
Le relazioni tra i cittadini sono nate a partire dai quartieri, con collaborazioni mutue, assemblee costanti dove ci si scambiavano esperienze legate alle difficoltà ad avere accesso ai servizi sanitari, che era diventato il principale problema per ogni cittadino, e si discutevano delle diverse forme di lotta adottate in altri quartieri e in altri paesi. Questo ha reso possibile la formazione di piattaforme di cittadini in diversi paesi della regione e in differenti quartieri della capitale. La forza ottenuta dipende dal lavoro di base, portato avanti dagli abitanti e dalle abitanti dei quartieri, che hanno creato una rete a cui pian piano si sono unite persone che venivano dalle lotte studentesche, femministe, della salute mentale e di collettivi di emarginati, movimenti per l’integrazione dei migranti senza documenti al sistema sanitario pubblico, movimenti che richiedono un audit del debito illegittimo e della Piattaforma dei Centri di Salute di Madrid, di cui facciamo parte, che è composta da professionisti di tutte le diverse categorie del servizio sanitario di Madrid. La somma di tutti i saperi e le capacità di questi collettivi hanno reso possibile che il movimento per la sanità pubblica di Madrid abbia assunto una importanza sorprendente per tutti. Questa forza cresce di riunione in riunione e non ha alcuna intenzione di fermarsi senza aver ottenuto i suoi obiettivi, che sono innanzitutto ottenere le rivendicazioni portate avanti dal movimento e che il Consiglio della Sanità smetta di violare i diritti dei cittadini.
Quali sono le prossime scadenze e sfide della mobilitazione?
La prossima mobilitazione già organizzata è una Consulta Ciudadana, una sorta di referendum popolare, non vincolante, nella settimana tra il 20 e il 26 marzo, con circa 1500 o 2000 urne per votare in tutti i quartieri e i paesi della Comunità di Madrid. Uno dei quesiti sarà: Considerando la situazione di deterioramento attuale dell’Assistenza Primaria, dei Servizi di Pronto Soccorso e dei servizi sanitari di assistenza rurale e degli ospedali della Comunità di Madrid: sei d’accordo nell’esigere al governo della Comunità di Madrid, come questione prioritaria, il finanziamento necessario tale da permettere l’aumento della dotazione di personale e mezzi sanitari dell’Assistenza Primaria (Centri di Salute, Servizi di Pronto Soccorso, Servizi di pronto soccorso Rurale) e Ospedali della Comunità di Madrid, per recuperare una Sanità Pubblica, di Qualità e Universale?
Dopo questa azione le mobilitazioni continueranno fino a quando non avremo raggiunto il nostro obiettivo principale, che è quello fermare le privatizzazioni e ripubblicizzare i beni e servizi privatizzati. Come Plataforma de Centros de Salud de Madrid parteciperemo a qualunque azione che abbia l’obiettivo di difendere la Sanità Pubblica. Oltre ad una infinità di mobilitazioni di quartiere, distretti e municipi, e al referendum popolare, le prossime scadenze nella Comunità di Madrid saranno la Marea Blanca del 19 marzo convocata dalla MEDSAP e quella del 26 marzo convocata da diverse organizzazioni e piattaforme di medici, sindacati, assemblee di quartiere e associazioni professionali mediche e del settore sanitario.
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