In queste ore si stanno sviluppando teorie contrastanti circa la fuga dei documenti segreti del Pentagono, dalle possibili conseguenze negative per le relazioni estere degli USA fino alla possibilità che si tratti solo di una montatura ordita da Washington.
Nei giorni scorsi sono avvenute due fughe di documenti riservati riguardanti il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti e le agenzie di intelligence del Paese – la National Security Agency, la CIA e il National Reconnaissance Office. Il caso è subito diventato noto al grande pubblico con il nome di Pentagon Leaks.
La prima fuga di notizie, avvenuta all’inizio di aprile, riguarda principalmente le attività militari dell’Ucraina. Sebbene i documenti non rivelino piani di battaglia specifici, valutano comunque la situazione al 1º marzo e contengono informazioni sulle spedizioni di armi, nonché mappe con informazioni sulla posizione, il numero e il movimento delle forze dell’Ucraina, degli Stati Uniti dei loro alleati, insieme ad altre informazioni di intelligence. L’8 aprile è stata segnalata una seconda fuga di notizie contenente un’altra serie di documenti che, oltre all’Ucraina, riguardano anche i Paesi occidentali, il Medio Oriente e l’Estremo Oriente.
Tra le principali rivelazioni a fare scalpore, quella secondo la quale almeno dodici gruppi di combattimento ucraini, ciascuno composto da 4.000 a 5.000 soldati, sarebbero in fase di addestramento negli Stati Uniti e in altri Paesi della NATO. I documenti dimostrano anche il pessimo stato delle forze armate ucraine, oramai sfiancate da oltre un anno di combattimenti. Secondo gli USA, infatti, l’Ucraina esaurirà i missili di difesa aerea di fabbricazione sovietica entro il 23 maggio, e le difese aeree ucraine sarebbero in grado di resistere solo a due o tre ulteriori ondate di attacchi.
Altra notizia che ha fatto scalpore, anche se in realtà si trattava di un segreto di Pulcinella, quella dello spionaggio ai danni dei leader alleati. In particolare, gli USA avrebbero monitorato il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, che avrebbe ordito un attacco diretto alla regione russa di Rostov. Inoltre, gli Stati Uniti effettuano intercettazioni che riguardano anche il governo sudcoreano, i servizi segreti israeliani e altri Paesi “amici”, al punto che il New York Times ha affermato che la fuga di notizie ha complicato le relazioni tra gli Stati Uniti e i loro alleati, perché Washington spia non solo la Russia ma anche i suoi stessi alleati.
Secondo il Washington Post, lo scalpore destato al Pentagono e la pronta reazione del governo dimostrerebbe l’autenticità dei documenti. Al contrario, l’Ucraina afferma che i documenti diffusi sarebbero stati artefatti, ma la CNN ha smentito la tesi di Kiev, appurando che la fuga di notizie ha costretto l’esercito ucraino a cambiare i suoi piani. Reuters, dal canto suo, ha riferito che potrebbe essere la fuga di dati più significativa dai tempi delle pubblicazioni di WikiLeaks. In un primo momento, da parte russa, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha commentato solamente che Mosca “non ha alcun dubbio che gli Stati Uniti e la NATO siano direttamente o indirettamente coinvolti nel conflitto tra Russia e Ucraina“, fatto ampiamente confermato dai documenti.
Su questo caso sono emerse numerose teorie contrastanti, alcune volte a dimostrare l’autenticità dei documenti, altre a confutarla. Secondo Fox News, sarebbero stati gli stessi servizi segreti statunitensi a pianificare la fuga di notizie. Infatti, sebbene la maggioranza dei documenti pubblicati sembri provenire effettivamente dal Pentagono, altri sembrerebbero piuttosto prodotti dalla Central Intelligence Agency (CIA) o dalla National Security Agency (NSA).
Con il passare dei giorni, anche la parte russa ha cominciato a commentare in questo senso la fuga di notizie. Dmitrij Rjabkov, vice ministro degli Esteri, ha riconosciuto la possibilità che le fughe di documenti riservati dell’intelligence statunitense siano una forma di disinformazione mirata a fuorviare la Russia: “Non abbiamo una posizione; potrebbe forse essere interessante se qualcuno esaminasse questi materiali per verificare se si tratta di documenti [autentici degli Stati Uniti], o se invece sono falsi, forse è deliberatamente disinformazione mirata“, ha detto Rjabkov all’agenzia TASS. “Dato che gli Stati Uniti sono una parte del conflitto e stanno, essenzialmente, conducendo una guerra ibrida contro di noi, è possibile che tali stratagemmi possano essere usati per fuorviare l’avversario, cioè la Federazione Russa“, ha osservato l’alto diplomatico . “Non sto affermando nulla; sto semplicemente riconoscendo che vari scenari e modelli non sono al di là del regno delle possibilità“.
Il 14 aprile, gli agenti delle forze dell’ordine statunitensi nel Massachusetts hanno arrestato un sospetto in relazione alla fuga di documenti riservati del Pentagono. È stato identificato come il cittadino statunitense Jack Douglas Teixeira, un membro della Guardia nazionale dell’aeronautica degli Stati Uniti. Teixeira ha pubblicato documenti segreti sulla piattaforma online Discord, da dove sono trapelati su Internet, ha riferito il New York Times. Il sospettato rischia una pena detentiva di decine di anni. Resta da capire se Teixeira sia solo un capro espiatorio volto a coprire gli oscuri stratagemmi degli Stati Uniti, oppure se sia il legittimo prosecutore del lavoro di Julian Assange ed Edward Snowden.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog