La mediazione cinese in Medio Oriente sta cambiando gli equilibri: il re dell’Arabia Saudita, Salman bin Abdulaziz, è stato invitato ufficialmente a visitare l’Iran.
La mossa di Teheran segue quella dei sauditi che avevano già invitato il Presidente sciita, Ebrahim Raisi, nella Penisola araba.
Diplomazia cinese: il re saudita invitato a Teheran e gli arabi con il petrolio di Putin
Xi Jinping sta riempendo il vuoto geopolitico lasciato dalla Casa Bianca in Medio Oriente e nel Golfo, facendo da mediatore e riuscendo a mettere intorno allo stesso tavolo due nazioni in rotta di collisione, Iran e Arabia Saudita, dopo il crollo iracheno rivelatosi inadeguato a contrastare gli Ayatollah.
Una rivalità dovuta non solo all’antica diatriba sull’interpretazione della religione islamica (l’Arabia sunnita, Iran sciita), ma anche alla corsa alla leadership regionale espressa anche attraverso le alleanze internazionali, con Riad più vicina all’Occidente e Teheran in contrapposizione frontale con gli Usa.
Lo scontro è diventato armato, per procura, con la rivolta nello Yemen. Dove la guerra civile, tra sunniti e sciiti, è stata l’occasione di intervenire, armando e sostenendo entrambe le parti.
Ma la guerra in Ucraina e le sanzioni adottate contro la Russia hanno comportato un vero e proprio ‘riallineamento’ geopolitico. i russi (con l’Opec Plus) e i cinesi, hanno trovato terreno fertile per la loro strategia di penetrazione in questi: prima progetti infrastrutturali, finanziari, produttivi e commerciali in senso lato. E solo dopo, una progressiva ‘stretta’ dei legami politici.
Lungi dal seguire gli Usa e l’Europa, i grandi produttori di petrolio (quelli del Golfo Persico in particolare) sono andati avanti per la loro strada. Insensibili a tutte le pressioni.
Il Medio Oriente e il Golfo Persico hanno progressivamente perso priorità presso l’amministrazione americana e quando Biden ha cercato di correre ai ripari, per convenienza sul mercato del petrolio, era troppo tardi. L’Arabia Saudita gli ha voltato le spalle.
Ryad ha espresso il suo grande interesse ad aderire a quadri multilaterali guidati dalla Cina, come la SCO e “BRICS plus”.
Chi già non dorme più é Netanyahu che pensava non doversi regolare infierendo su un Iran isolato e adesso si troverà invischiato in un Nuovo Ordine Mondiale che non si aspettava e non promette niente di buono