Anche quest’anno a Roma il 25 aprile sarà una giornata con svariati appuntamenti disseminati per tutta la città. In un periodo in cui l’antifascismo è messo sempre più a dura prova, le realtà sociali romane stanno organizzando un momento di importante mobilitazione collettiva

Ogni anno il 25 aprile è un giorno in cui tantissim3 cittadin3 rinnovano simbolicamente il proprio impegno nella difesa dei valori antifascisti, ricordando la liberazione dal nazifascismo in Italia. Infatti, negli anni questo appuntamento ha preso la forma, più che di una commemorazione, di una mobilitazione in difesa dei propri diritti e dell’identità antifascista dei territori in cui si vive e si lotta tutti i giorni.

Quest’anno più che mai questa giornata assume un’importanza rinnovata, collocandosi al sesto mese della legislatura del governo Meloni. Le istituzioni italiane, invero, hanno assunto velocemente le caratteristiche del governo più vicino agli ideali fascisti dai tempi del 1945: hanno già concretizzato un programma politico in difesa di principi autoritari, securitari, reazionari e sovranisti, basato sull’intolleranza nei confronti delle diversità, delle lotte di liberazione e delle migrazioni.

In pochissimi mesi sono state abolite tutte le forme residuali di welfare state, abolendo il RdC e rifiutando l’instaurazione del salario minimo; sono stati negati i fondamenti di importanti diritti civili, come il diritto all’aborto o alla maternità surrogata; sono stati violati diritti umani e i principi internazionali in materia di migrazione, causando centinaia di morti come nella strage di Cutro. I protagonisti di questo nuovo governo hanno, inoltre, trasformato i luoghi di formazione come scuola e università in spazi oppressivi basati sul merito e sulla punizione. In aggiunta, questa nuova fase politica in Italia è caratterizzata da un tentativo di modificare fondamenti giuridici che negli anni hanno tutelato la manifestazione di ogni forma di dissenso: dai rave party alle occupazioni abitative, dalle manifestazioni sportive a quelle politiche e a garantire pieni poteri e immunità alle forze dell’ordine, aumentando indiscriminatamente il loro potere discrezionale di intervento e proponendo l’abolizione del reato di tortura.

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In linea con questi aspetti della vita pubblica, la stessa Giorgia Meloni e altri personaggi di spicco di questa legislazione come Ignazio La Russa sono intervenuti nel dibattito pubblico con una ri-lettura della storia che in Italia ha delineato i connotati antifascisti negli ultimi dieci anni. Sono diverse le dichiarazioni pubbliche riguardo a fatti storici e date simbolo come quelle di Via Rasella o dell’eccidio delle Fosse Ardeantine. Tuttavia, rispetto al revisionismo storico messo in campo da questa politica, come nota Filippo Focardi in «Il cantiere della memoria. Fascismo, Resistenza, Shoah, Foibe» (Viella 2020), è necessario sconvolgere la cronologia resistenziale per poter chiarificare alcune dinamiche di memoria pubblica e risignificazione. In un precedente articolo di Alessandro Pes per Dinamopress, si può leggere: «Innanzitutto riconosce al principio di tale costruzione l’identificazione del tedesco come il “cattivo” e la rappresentazione dell’italiano come il “buono”. In quella che era una alleanza politica e militare tra Italia fascista e Germania nazionalsocialista e che storicamente vide tanto i tedeschi quanto gli italiani compiere eccidi e svariati crimini di guerra, la rappresentazione dell’italiano buono viene costruita in contrapposizione alla figura del soldato tedesco, carnefice privo di umanità».

A fronte di questa tendenza istituzionale, c’è ancora una grossa fetta di cittadinanza attiva che continua a prendere coscienza animando le piazze di tantissime città italiane.

Roma, nello specifico, è un teatro a cielo aperto, in grado di raccontare nell’architettura urbana il peso dell’occupazione nazifascista in Italia e l’orrore della guerra. Nel quartiere di San Lorenzo, per esempio, ci sono ancora le tracce del bombardamento statunitense del 19 luglio 1943. Ma la Capitale è anche luogo in cui stanno proliferando diverse forme di resistenze e liberazioni: ogni giorno collettivi, spazi sociali, realtà cittadine promuovono ideali antifascisti, antisessisti e antirazzisti, di uguaglianza e autodeterminazione. Alcune di queste realtà il 25 aprile hanno deciso di costruire dei momenti di piazza per ridare spazio alle rivendicazioni di una popolazione che, mai quanto ora, ha bisogno dell’antifascismo per poter vivere degnamente. Gli appuntamenti si articoleranno sul territorio per ricordare la molteplicità e multiformità della resistenza romana.

Corteo

25 APRILE – LA VERITÀ È DI CHI RESISTE

Tra Centocelle e Quarticciolo è prevista un’intera giornata che, a partire dal pluriennale corteo che partirà alle 10.30 da Piazza delle Camelie, proseguirà verso il Parco Modesto di Veglia per dare vita a una grande Festa Della Liberazione dove sono previsti pranzo sociale, concerti con gruppi come Gli Ultimi e Il Muro del Canto e la proiezione del film Margini. Così si legge dal comunicato: «Nel nostro paese dopo 80 anni, governa un partito che ha tra i propri ranghi i figli diretti di quel fascismo che tanto si cerca di ripulire. Giorgia Meloni vuole far diventare questo paese una grande nazione secondo le direttrici della cristianità e del ruolo di madre che noi tutte, secondo lei, dovremmo ricoprire. Una grande nazione a qualsiasi costo. Un costo che pagheranno i giovani che non meritano di accedere ad un’istruzione libera e gratuita e senza rischiare di morire durante le ore di pcto; che pagherà chi non merita di avere un reddito incondizionato per sostenere una vita degna; chi non merita di essere cittadino di questo paese e deve scegliere tra morire di povertà, di guerre, di siccità nel proprio oppure affondare senza soccorsi nel tentativo di raggiungere il nostro; chi non merita di avere una casa, di accedere alle cure sanitarie; ad un’educazione di qualità; chi non vuole rassegnarsi alla realtà del carcere. Pagherà chi non accetterà che la festa della liberazione dal nazifascismo del 25 aprile venga messa in discussione».

BELLA CIAO, PIGNETO! UN 25 APRILE ANTIFASCISTA

Proseguendo su Via Prenestina, anche al quartiere Pigneto è in programma una giornata di mobilitazione che tra storia ed attualità delinea un percorso di liberazione sul territorio. Infatti, oltre a una passeggiata alla scoperta dei luoghi storici vicini e un intervento di Alessandro Portelli sulle Fosse Ardeantine, ci sarà anche spazio per socialità, musica e mutualismo con una raccolta solidale per Nonna Roma.

«Negli ultimi mesi abbiamo assistito a ripetuti attacchi, da parte di esponenti dell’attuale governo, alla memoria antifascista del Paese. Abbiamo assistito a diversi tentativi di riscrivere la storia, di distorcerla e di delegittimare l’antifascismo quale valore fondante della Repubblica».

«Come le recenti dichiarazioni del Presidente del Senato Ignazio La Russa su Via Rasella, dove un reparto della polizia militare tedesca diventa una “banda di semipensionati, una banda musicale”, e l’attentato dei GAP “non è stata una pagina nobilissima della Resistenza”. O il tentativo di snaturare l’eccidio delle Fosse Ardeatine, dimenticando che tedeschi e fascisti selezionarono le proprie vittime tra prigionieri politici ed ebrei, e non tra generici italiani.Mentre c’è chi dice che il fascismo è acqua passata, noi teniamo gli occhi ben aperti e ci impegniamo per costruire insieme una società più giusta, aperta e inclusiva».

Parco degli Acquedotti, Quadraro

«LA MEMORIA È GAPPISTA – IERI PARTIGIANO, OGGI ANTIFASCISTA!» 25 APRILE A ROMA SUD

Anche a Roma Sud, tra Porta San Paolo e Parco Schuster, la Rete di Roma Sud sta promuovendo una giornata di mobilitazione antifascista. Infatti, dopo il corteo che partirà da Largo Bompiani alle 10.00, si proseguirà con un pic-nic della liberazione, fittissimo di attività. Improvvisazione, circo, attività per bambini, riflessioni sulla redistribuzione della ricchezza e molto altro animeranno anche il quadrante sud di Roma.

25 APRILE AL PARCO DEGLI ACQUEDOTTI

Il CSOA Spartaco ha promosso anche quest’anno una Festa della Liberazione al Parco degli Acquedotti, momento in cui sarà prevista musica, socialità e arte.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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