La città di Olbia, sulla penisola di Berezan possedeva una propria moneta nel IV secolo avanti Cristo. Questa era caratterizzata per essere in rame e abbastanza pesante (si volevano scoraggiare gli Sciti a portare l’argento fuori?).
La città presenta una serie di stampi in pietra per la lavorazione dell’oro, lasciando intendere una sorta di paleo-produzione in serie di beni di lusso e un certo benessere diffuso tra la popolazione.
La città di Ninfea presenta chiari segni di contatti con l’Egitto o con l’Anatolia (tra i ritrovamenti, l’affresco di un’imbarcazione dall’Egitto e un vaso dedicato ad Iside e molti vasi in terracotta da Sinope); a Mirmeci ci sono molti spazi dedicati alla produzione di giare e alla viticoltura (con un marcato culto di Dionisio).
La tarda città di Ilurat (periodo romano, I secolo d.C.) mostra come l’affermazione del mondo romano, in parte, marginalizzò le steppe a favore della via verso Oriente tra Mar Rosso, Arabia, Golfo Persico.
La produzione artigianale presenta tratti innovativi, ma anche forti segni conservativi (arcaici) delle precedenti caratteristiche ellenistiche, a testimonianza di un ripiegamento verso l’interno.
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