Con singolare coincidenza, mentre tutto il sistema politico italiano si prepara a riverire ed esaltare Zelensky come campione di democrazia, il fisico Carlo Rovelli è stato escluso dalla fiera del libro di Francoforte. La sua colpa è aver criticato la guerra e il ministro Crosetto; e la colpa aggiuntiva di aver rifiutato un suo invito a cena.
Così, mentre Presidente della Repubblica governo e finta opposizione esalteranno le armi per la libertà, contro uno scienziato libero si compie un atto di autentico fascismo, degno erede delle tristi imprese del MinCulPop.
Del resto prima o poi doveva succedere, l’Italia è in guerra e le prima vittime della guerra sono sempre libertà e verità.
Oggi coloro che si dichiarano contrari alla guerra vengono accusati di essere servi del nemico, come i socialisti pacifisti nella Prima Guerra Mondiale. E queste accuse prima o poi hanno sempre delle conseguenze. La dittatura fascista del secolo scorso fu una di queste.
Certo oggi non siamo ancora a quello, ma la via della feroce intolleranza è aperta e ogni giorno il sistema ne percorre dei passi.
Uno di questi passi è considerare il regime di Zelensky una democrazia. Non lo è, perché l’opposizione è vietata e in carcere, il controllo sulla informazione è totale, le minacce e le azioni contro i dissidenti sono continue, il nazionalismo etnico, quello che piace a Lollobrigida, è ideologia e pratica del potere.
Attenzione, lo dico subito perché sento già alzarsi l’urlo dello squadrismo guerrafondaio: questo non giustifica la guerra intrapresa dalla Russia. Così come il regime di Gheddafi o quello di Saddam Hussein non giustificavano le guerre NATO.
Oggi la guerra non si giustifica mai,andrebbe ripudiata come mezzo di risoluzione delle contese internazionali , come dice l’articolo più ignorato e violato della nostra Costituzione.
La pace non è utopia, visto che i pragmatici signori della guerra non hanno risolto una sola delle loro crisi e se non li fermiamo ci portano dritti dritti terza guerra mondiale.
Solo il negoziato e la diplomazia, solo il riconoscimento di tutte le posizioni e di tutte le realtà mondiali, possono portare ad una concreta pace. La pace è realismo, la guerra è follia.
Su questa linea si muovono il Vaticano e la Cina e i governanti italiani ed europei dovrebbero spendere tutti se stessi per queste loro iniziative, invece che ignorarle, boicottarle, lanciare stupidi proclami di vittoria.
Ma il danno collaterale più grave della guerra è la menzogna sulla democrazia. Se per giustificare l’invio delle armi è necessario trasformare in democratico un regime che democratico non è, il veleno di questa scelta intossica anche il nostro sistema. Se quella di Zelensky è una democrazia, allora anche la nostra democrazia può diventare come quella ucraina.
E così diventa normale che lo scienziato pacifista Carlo Rovelli sia punito solo ed esclusivamente per aver espresso le sue idee. E che nessuno dei “democratici”si indigni per questo.
Solidarietà a Rovelli, non bisogna mollare di un millimetro la lotta contro la guerra.
Perché la guerra produce fascismo.
Giorgio Cremaschi PaP UP