Il presidente Bonaccini ha dichiarato «Siamo di fronte a un altro terremoto, proprio mentre stavamo per ricordare gli 11 anni dalla terribile prima scossa del sisma. Non ho imbarazzo a usare questa parola, perché assistiamo a eventi imprevedibili e catastrofici. Buona parte del nostro territorio è irriconoscibile».
Trovo insopportabile questa narrazione autoassolutoria e soprattutto il riferimento all’imprevedibilità. Perchè se il sisma ha elementi di imprevedibilità, ciò che sta accadendo ha responsabilità politiche ben precise che vanno denunciate e che riguardano anche il presidente.
Certo, siamo di fronte ad un evento eccezionale, ma non si può dire che sia imprevedibile. Primo, perché sono almeno 20 anni che la scienza ha lanciato l’allarme sulle conseguenze del cambiamento climatico, del riscaldamento globale e della tropicalizzazione del clima, che riguarda in particolare il nostro territorio. E secondo perché questo evento eccezionale si è abbattuto su un terreno impermeabilizzato e incapace di trattenere l’acqua. E anche qua le statistiche che collocano l’Emilia-Romagna fra le regioni a maggior consumo di suolo e la provincia di Ravenna ai primi posti in Italia sono agli atti.
Eppure, non solo si fa poco, pochissimo, per la transizione ecologica, ma in questa Regione si compiono scelte politiche che hanno in sé le condizioni per aggravare la crisi climatica. Ne ho parlato tante volte e non mi sto a ripetere, le denunce politiche che da sempre porta Rifondazione Comunista sono agli atti.
Di chi sono allora le responsabilità dei fenomeni meteo estremi, della siccità, delle alluvioni e dei morti? Di un destino cinico, baro e imprevedibile? No, questa volta la politica non può cavarsela così. Non può non accennare alla necessità di fare una riflessione, di rivedere scelte politiche e priorità. E quei politici e amministratori che se la prendono con l’imponderabile dimostrano di non essere capaci di portarci fuori da questa situazione.
Stefano Lugli PRC UP