Per cercare di porre fine alla crisi politica nel Paese, la nuova coalizione euroatlantista di governo ha previsto un ruolo di primo ministro a rotazione. Nikolaj Denkov resterà in carica per soli nove mesi.
Lo scorso 2 aprile, si sono tenute in Bulgaria le quinte elezioni legislative nell’arco di due anni, a rappresentare la grave crisi politica che vive il Paese dell’Europa orientale. Come nelle precedenti occasioni, i risultati fortemente frammentari non avevano dato a nessun partito una maggioranza tale da poter governare senza scendere a compromessi con altre forze politiche.
In base alla Costituzione bulgara, il presidente Rumen Radev si è rivolto innanzi tutto al partito che ha ricevuto il maggior numero di voti, il GERB (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria; in bulgaro Граждани за европейско развитие на България, traslitterato Graždani za evropejsko razvitie na Bălgarija), in coalizione con l’Unione delle Forze Democratiche (Съюз на Демократичните Сили, СДС; Săjuz na Demokratičnite Sili, SDS). La compagine GERB-SDS aveva infatti conquistato 69 seggi sui 240 che compongono l’emiciclo di Sofia.
Il 10 maggio, il GERB ha nominato la commissaria europea Marija Gabriel come la propria candidata per il ruolo di primo ministro, tentando di riportare una donna alla guida del governo bulgaro dopo Reneta Indžova, unica ad aver occupato questa carica per appena tre mesi e nell’ambito di un governo ad interim. Gabriel sarebbe dunque potuta diventare la prima donna ad essere realmente votata dal parlamento all’interno di un governo stabile. Tuttavia, come detto, i numeri della coalizione GERB-SDS hanno costretto Gabriel a sentire le altre formazioni politiche, a partire dal secondo gruppo più numeroso in parlamento, la coalizione PP-DB, composta da Continuiamo il Cambiamento (Продължаваме промяната; Prodalžavame promyanata, PP) e Bulgaria Democratica (Демократична България, ДБ; Demokratična Bălgarija, DB).
Sotto la guida di Kiril Petkov, che ha tenuto le redini del governo per alcuni mesi a cavallo tra il 2021 ed il 2022, la coalizione PP-DB ha ottenuto 64 seggi, accusando un distacco di meno di due punti percentuali rispetto alla coalizione GERB-SDS. Il 18 maggio, le due coalizioni hanno annunciato di aver raggiunto un accordo di governo che prevede la rotazione dell’incarico di primo ministro ogni nove mesi. Ad iniziare, però, non sarebbe stata Marija Gabriel, bensì Nikolaj Denkov, ex ministro dell’Istruzione, proposto dai partiti PP-DB. L’accordo ha destato molte perplessità in Bulgaria, visto che la coalizione PP-DB aveva fatto la propria campagna elettorale promettendo che non avrebbe mai fatto parte di un’alleanza di governo con il GERB, portando il leader Petkov a scusarsi con gli elettori.
Con 133 seggi su 240, le due coalizioni sarebbero state in grado di controllare il parlamento, se non fosse stato per l’abbandono di alcuni parlamentari del gruppo PP-DB dopo la pubblicazione di un video compromettente circa le vicende giudiziarie di Bojko Borisov, storico leader del GERB e a lungo primo ministro del Paese. Ma il desiderio di porre fine alla crisi politica nazionale ha prevalso, portando anche altre formazioni a dare il via libera al governo Denkov-Gabriel. In particolare, il Movimento per i Diritti e le Libertà (Движение за Права и Свободи, ДПС; Dviženie za Prava i Svobodi, DPS), il partito della minoranza turca, che dispone di 26 seggi, ha fatto sapere che non avrebbe impedito la formazione del nuovo governo di coalizione.
Il 6 giugno, il parlamento di Sofia si è riunito per votare la fiducia a Nikolaj Denkov come primo ministro, mentre Marija Gabriel occuperà il ruolo di vice primo ministro e di ministro degli Esteri nei nove mesi di leadership di Denkov. Se tutto dovesse andare secondo i piani, i due si invertirebbero poi i ruoli per i successivi nove mesi, nel tentativo di dare alla Bulgaria stabilità politica per almeno 18 mesi. Dei 240 membri del parlamento, 200 hanno partecipato al voto sul governo, con un bilancio di 131 voti favorevoli e 69 contrari. All’interno della coalizione GERB-SDS, 68 parlamentari su 69 hanno votato a favore, ai quali si aggiungono 61 della coalizione PP-DB e due del DPS.
“Oggi è il giorno in cui possiamo dare speranza ai milioni di bulgari che vogliono che il nostro paese abbia un governo regolare. Oggi è il momento di scegliere un gabinetto che abbia il coraggio e la competenza per prendere le decisioni importanti e assumersene la responsabilità”, ha detto il nuovo primo ministro nel suo discorso d’insediamento. Il nuovo governo si preannuncia fortemente allineato con i dettami di Bruxelles, al punto che, a fronte dei gravi problemi interni del Paese, Denkov ha trovato il tempo per affermare che il suo governo lavorerà per l’ingresso della Bulgaria nella Zona Euro, allineandosi al limite del deficit al 3%. Denkov dovrà anche chiarificare la posizione della Bulgaria sulla questione ucraina, visto che i precedenti governi hanno seguito la linea atlantista lasciando però una porta aperta per Mosca. Il nuovo governo sarà invece completamente genuflesso al cospetto di Washington?
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Giulio Chinappi – World Politics Blog