Mario Draghi, ufficialmente fuori dalle vicende politiche italiane, ha parlato al Mit di Boston dove ha ricevuto il premio Miriam Pozen e ha lanciato una serie di proclami guerrafondai in linea con le posizioni più oltranziste.
“La brutale invasione russa dell’Ucraina non era un atto di follia imprevedibile, ma un passo premeditato di Vladimir Putin e un colpo intenzionale per l’Ue”, ha dichiarato l’ex premier. “I valori esistenziali dell’Unione europea sono la pace, la libertà e il rispetto della sovranità democratica, ed è per questo che non c’è alternativa per gli Stati Uniti, l’Europa e i loro alleati se non garantire che l’Ucraina vinca questa guerra, o per l’Ue sarà la fine”.
Draghi ha poi auspicato la rapida entrata di Kiev nella UE e nella NATO, oramai coincidenti.
Dunque secondo Supermario, che è uno dei candidati alla guida della Commissione Europea per il 2024 o l’Ucraina vince o sarà la fine dell’Europa. Contemporaneamente l’ex segretario NATO Rasmussen, che riesce ad apparire persino peggiore di Stoltenberg, ha fatto proprio il ricatto del governo nazionalista polacco e dei governi baltici, che minacciano un proprio intervento diretto in Ucraina, se non ci sarà una ulteriore escalation bellica della NATO contro la Russia.
Posizioni coincidenti con quelle di Mario Draghi ormai polacco ad honorem, e schierato nell’ala più guerrafondaia dell’Europa, che preannunciano ulteriori passi avventati verso la guerra totale.