Matteo Salvini e sullo sfondo il Ponte di Messina

Matteo Salvini, leader della Lega per Salvini, Vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti  di Giorgia Meloni, in continuazione loda il Ponte sullo Stretto di Messina, definito il ponte più bellndeo, più sicuro più green  del mondo, la più grande operazione antimafia di questi ultimi 30 anni. Neanche il ponte fosse suo: Il Ponte di Salvini sullo Stretto.
Ultimamente Matteo Salvini ha solennemente dichiatato che il ponte non corre rischi. Si riferiva alla relazione annuale dell’ANAC dove il presidente Giuseppe Busia, , ha espresso dubbi sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina: “Rileviamo uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico, sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi”. Sotto accusa è anche il Codice degli Appalti, la cui concezione sostanzialmente parassitaria del privato a danno del pubblico presente nel faraonico progetto del Ponte di Messina.
Il progetto del Ponte , comunque, non tiene conto che un  nuovo studio condotto sui fondali marini dello Stretto di Messina e sulla sismo-tettonica dell’area ha individuato per la prima volta l’  ubicazione e le caratteristiche geometriche della  faglia da cui si originò il devastante sisma di  Messina-Reggio di Calabria del 28 dicembre 1908. Lo Stretto di Messina, una delle zone a più alto rischio sismico d’Italia. Ciò dovrebbe essere il motivo per l’ abbandono definitivo del progetto del ponte sullo stretto di Messina.
Matteo Salvini dovrà quindi rinunciare al Ponte, che tra l’altro permeterebbe ai suoi elettori del Piemonte, Lombardia e Veneto di raggiungere Palermo con memo minuti di adesso.


Quando Matteo Salvini era contro il Ponte sullo stretto di Messina, perché al sud non a nord

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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