Tra il 12 e il 15 giugno, il presidente iraniano ha effettuato un viaggio in America Latina, visitando Venezuela, Nicaragua e Cuba ed incontrando i rispettivi leader.
Non potevano che essere i tre principali Paesi antimperialisti dell’America Latina le tappe del viaggio che il presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Ebrahim Raisi, ha intrapreso nel continente tra il 12 e il 15 giugno. Raisi ha infatti visitato, nell’ordine, Venezuela, Nicaragua e Cuba, ripercorrendo lo stesso itinerario del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, e incontrando i leader dei tre Paesi, con i quali l’Iran condivide la posizione di forte opposizione all’imperialismo statunitense.
Dopo essere stato ricevuto dal ministro degli Esteri Yván Gil al suo arrivo a Caracas, Raisi ha incontrato il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro. “Il dialogo che cerca di rafforzare le alleanze strategiche, basate sui principi di amicizia, solidarietà e rispetto reciproco, fa parte degli sforzi comuni per espandere la cooperazione basata sullo sviluppo condiviso“, afferma un comunicato stampa rilasciato dalla presidenza venezuelana in occasione dell’incontro. A tal proposito,per rafforzare la cooperazione, le autorità venezuelane e iraniane hanno firmato 25 accordi in vari settori.
“Questa visita segna una nuova pietra miliare in un rapporto che è stato costruito sulla solidarietà, sulla fratellanza e sulla cooperazione di due popoli, due rivoluzioni, due Paesi che sono nati per essere fratelli: la Repubblica Islamica dell’Iran e la Repubblica Bolivariana del Venezuela“, ha sottolineato Maduro. Il leader venezuelano ha inoltre affermato che l’Iran sta svolgendo un ruolo primario come una delle più importanti potenze emergenti del nuovo mondo, sottolineando che il suo sviluppo industriale, scientifico e tecnologico è impressionante, “a tutti i livelli, e diventa un riferimento per il popoli che lottano per l’indipendenza, la giustizia, l’uguaglianza, per un’umanità veramente umana“.
Da parte sua, il presidente dell’Iran ha assicurato che i due Paesi hanno interessi, posizioni e visioni comuni: “Per molti anni, abbiamo mantenuto questa amicizia con il popolo e il governo del Venezuela, e lo abbiamo dimostrato, e restiamo amici del popolo e del governo del Venezuela anche in tempi difficili. Il rapporto tra Iran e Venezuela non rappresenta una normale relazione diplomatica, piuttosto è una relazione strategica tra due Paesi che hanno interessi comuni, visioni comuni“, ha detto il capo della Repubblica Islamica. Il presidente iraniano ha affermato che la volontà dei due Paesi si basa sullo sviluppo della cooperazione bilaterale, ribadendo che “oggi Iran e Venezuela sono determinati ad aumentare e approfondire la cooperazione bilaterale in campi quali quelli economico, commerciale, energetico, culturale, scientifico e tecnologico“.
Rilasciando un’intervista esclusiva a TeleSur, Raisi ha sottolineato come le sanzioni illegali imposte dagli Stati Uniti e dalle altre potenze occidentali, lungi dall’indebolire Paesi come l’Iran e il Venezuela, non fanno altro che rafforzare i loro legami basati sulla lotta comune contro l’egemonismo di Washington. Il leader iraniano ha anche sottolineato come le sanzioni rappresentino un nuovo modo di dichiarare guerra a Paesi terzi, prendendo il posto delle armi. “C’è stata una guerra di volontà, da una parte la volontà dei popoli che vogliono essere indipendenti, e dall’altra un sistema egemonico che vuole sottomettere tutti, e credo che vinceranno i popoli indipendenti“, ha sottolineato Raisi.
Successivamente, Raisi ha raggiunto Managua, dove ha incontrato il presidente Daniel Ortega. I due Paesi sono uniti idealmente da una data storica, quella del 1979, anno in cui trionfarono sia la Rivoluzione Khomeinista in Iran che la Rivoluzione Sandinista in Nicaragua, come sottolineato da Ortega nel suo dialogo con il suo omologo: “Abbiamo sempre affermato di essere rivoluzioni gemelle con radici profonde nella difesa della nostra identità, nel benessere del nostro popolo e in una lotta permanente contro gli imperi che, nel corso della storia, hanno cercato di impadronirsi di queste terre, di questi popoli”, ha detto il leader nicaraguense.
“Avete combattuto contro l’imperialismo e avete trionfato”, ha risposto Raisi, sottolineando a sua volta le similitudini tra i movimenti rivoluzionari dei due Paesi. “Gli Stati Uniti volevano paralizzare i nostri popoli attraverso minacce e sanzioni, ma i nostri popoli non si sono fermati, non si sono fermati sul loro cammino e hanno trasformato minacce e sanzioni in opportunità, e attraverso queste opportunità hanno fatto grandi progressi in diverse aree“, ha detto ancora il leader iraniano.
Al termine del vertice tra i due presidenti, Iran e Nicaragua hanno firmato diversi accordi di cooperazione in vari settori. “Abbiamo concordato tre memorandum d’intesa. Il primo memorandum d’intesa, che è il memorandum di base di questi passi che continueremo a sviluppare, ha a che fare con la creazione della commissione intergovernativa mista per l’economia, il commercio e lo scambio tecnico-scientifico tra i governi della Repubblica del Nicaragua e della Repubblica islamica dell’Iran“, ha spiegato Ortega. Il secondo memorandum riguarda la cooperazione nell’ambito della giustizia, mentre il terzo tratta scambi di medicinali, attrezzature e forniture mediche di laboratorio tra i rispettivi ministeri della Sanità.
Infine, Ebrahim Raisi si è recato a Cuba, dove ha incontrato il presidente Miguel Díaz-Canel e il leader rivoluzionario Raúl Castro. L’incontro tra i due presidenti ha permesso ai due governi di procedere alla firma di importanti accordi bilaterali, tra i quali spicca un programma globale di cooperazione, che amplia l’attuale quadro di collaborazione tra Iran e Cuba. A tal proposito, Raisi ha sottolineato che l’industria delle biotecnologie è un esempio di cooperazione tra i due Paesi, aggiungendo che gli scambi dovrebbero essere estesi ad altri settori come quello energetico, minerario e tecnologico. Dal canto suo Raúl Castro ha ringraziato il governo iraniano per il suo sostegno nella lotta della nazione delle Antille contro l’ingiusto blocco imposto dagli Stati Uniti, e ha sottolineato come entrambi i Paesi si caratterizzino per la difesa della loro sovranità.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog