Nell’esecutivo del conservatore Petteri Orpo il partito sovranista dei Veri finlandesi ottiene ministri chiave. Nel programma tagli al welfare e austerità, politiche contro l’immigrazione e l’ambiente.

di Roberto Pietrobon – Il Manifesto

Dopo la presentazione, venerdì scorso, delle 250 pagine del programma di coalizione, ieri pomeriggio presso il Palazzo presidenziale di Helsinki ha giurato il nuovo governo guidato dal conservatore Petteri Orpo. Quello che si è insediato ieri è considerato il governo più a destra della storia della Repubblica di Finlandia non solo per la forte presenza di ministri dell’estrema destra di Perussuomalaiset (veri finlandesi) ma per il programma che ha intenzione di attuare.

Ci sono voluti 70 giorni di febbrili trattative tra i quattro partiti che formano la maggioranza per trovare una sintesi che potesse accontentare sia le richieste ultra liberiste dei conservatori di Orpo che quelle anti immigrati e anti ambientaliste dei sovranisti di Riikka Purra con democristiani e il partito della minoranza svedese (che faceva parte anche del precedente esecutivo di centro sinistra) nel ruolo ancillare.

Nel dettaglio il nuovo governo che, sempre ieri, ha incassato la fiducia dal parlamento (107 sì su 200) si appresta ad attuare un programma di vera e propria austerità. Se l’obiettivo dichiarato in campagna elettorale da Orpo era di ridurre di 6 miliardi la spesa pubblica è proprio dalle spese assistenziali e previdenziali che è partita la nuova maggioranza. Sono previsti infatti tagli per 1,5 miliardi di euro alla previdenza sociale che si tradurranno con la riduzione dell’indennità di sussistenza e l’aumento delle tariffe per le prestazioni sociali e sanitarie.

Colpiti anche i lavoratori dipendenti che si vedranno limitato il diritto di sciopero, il primo giorno di malattia non sarà più retribuito, la tutela dei licenziamenti è indebolita e i contratti a tempo determinato sono ammessi senza giustificazione. Orpo ha difeso questi ultimi provvedimenti con la promessa di riduzioni fiscali per i redditi medio bassi.

L’immigrazione in Finlandia, secondo il nuovo governo, dovrà essere strettamente legata al possesso di un impiego stabile da parte del migrante che non potrà cessare la propria occupazione pena l’espulsione dal paese. Per questo, dopo aver specificato la richiesta della conoscenza della lingua finlandese per il personale sanitario di origine straniera, il programma di governo indica puntigliosamente che verranno create delle apposite campagne per favorire l’immigrazione regolare da specifici paesi come India, Filippine, Brasile e Vietnam legandoli a lavori per la cura della persona. Questo punto stava particolarmente a cuore alla leader della destra Purra che ha incassato anche nuovi investimenti sull’energia fossile e la richiesta di revisione dei parametri definiti dal governo precedente in sede comunitaria sulle emissioni di Co2.

L’esecutivo Orpo oltre a essere il più a destra della storia della Finlandia ha un altro primato, in controtendenza: la presenza di ministre. Sono 13 infatti le donne che siederanno nel nuovo esecutivo contro i 9 uomini, compreso il primo ministro. Il 59% contro il 54% del governo precedente di Sanna Marin. L’estrema destra guiderà con la propria leader Purra il ministero delle finanze e altri dicasteri chiave come quello degli interni. Proprio la scelta dei ministri dei Veri finlandesi ha generato la prima forte polemica dopo che si è diffusa una foto a un raduno neonazista nel 2019 del nuovo responsabile dell’economia Vilhelm Junnila. L’esponente di Perussuomalaiset si è giustificato dicendo che non si era accorto della presenza di organizzazioni neonaziste all’iniziativa e che doveva essere solo un raduno per commemorare un attentato di matrice islamista nella città di Turku nel 2017 dove morirono accoltellate per mano di un cittadino di origine marocchina due persone.

Fortissime le reazioni delle opposizioni. Per la leader dell’Alleanza di sinistra ed ex ministra dell’istruzione Li Andersoon il nuovo esecutivo è «antisociale e contro i lavoratori» e, criticando fortemente i tagli previsti su spese sociali e sanitarie, si è domandata retoricamente «Ma Orpo e Purra non capiscono davvero che ci sono persone vere dietro i loro interventi? O semplicemente se ne fregano?», «Come ha detto giustamente lo stesso Orpo: è tutta questione di scelte di valori di riferimento. È una scelta di valore aver minato l’assistenza di sostentamento senza interferire sull’evasione fiscale delle élite».

Molto più istituzionale il commento della Premier uscente Sanna Marin che ieri, durante il passaggio di consegne con il nuovo governo, si è limitata a dichiarare che «gli anni sono stati difficili, ma la cosa principale è la gratitudine per aver potuto servire la madrepatria».

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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