Dopo aver fatto tappa in Italia, il presidente brasiliano si è recato a Parigi, dove ha tenuto importanti discorsi sulle questioni internazionali di maggiore importanza, puntando il dito contro le responsabilità dei Paesi capitalisti occidentali nella crisi climatica.

Il presidente braisliano Luiz Inácio Lula da Silva ha iniziato il suo viaggio europeo lo scorso 20 giugno, partendo dall’Italia, prima di spostarsi in Francia per prendere parte al vertice per un nuovo patto finanziario globale per affrontare il cambiamento climatico. Nel corso del suo soggiorno italiano, Lula ha incontrato il presidente Sergio Mattarella, il primo ministro Giorgia Meloni e Papa Francesco.

Giunto a Parigi, Lula ha tenuto un discorso nel corso del quale ha chiaramente puntato il dito contro il mondo capitalista occidentale, responsabile della crisi climatica che stiamo vivendo e che lasceremo in eredità alle generazioni successive. Secondo il presidente della prima potenza latinoamericana, i Paesi industrializzati hanno accumulato un debito con il resto del pianeta, in quanto responsabili dell’inquinamento globale sin dagli inizi della prima rivoluzione industriale: “Perché non è stato il popolo africano ad inquinare il mondo, non è il popolo latinoamericano ad inquinare il mondo, chi ha inquinato il pianeta negli ultimi duecento anni è stato chi ha fatto la rivoluzione industriale, e per questo deve pagare il debito storico che hanno con il pianeta Terra“, ha sottolineato.

Lula ha sottolineato che il Brasile e l’America Latina posseggono una grande ricchezza, l’Amazzonia, la più grande foresta tropicale del mondo, che rappresenta il 6% della superficie totale della Terra, e che il suo governo si impegnerà a preservare questo bene prezioso per tutta l’umanità: “L’Amazzonia è un territorio sovrano del Brasile, ma allo stesso tempo appartiene a tutta l’umanità, motivo per cui faremo ogni sforzo per mantenere in piedi la foresta“, ha sottolineato il leader brasiliano. In questo senso, ha ricordato l’impegno assunto quando è diventato presidente il 1° gennaio, quando ha promesso “che fino al 2030 avremo deforestazione zero in Amazzonia. Saremo molto duri con le persone che vogliono abbattere un albero per piantare soia, mais o allevare bestiame“.

Lula ha anche fatto notare che il Brasile oggi produce l’87% del suo fabbisogno energetico attraverso fonti pulite e rinnovabili, una cifra che pone il Paese sudamericano tra i leader mondiali in questo settore, considerando che la media planetaria si attesta appena al 27%. L’impegno del governo di Lula per l’ambiente verrà confermato anche nei prossimi eventi internazionali, come la conferenza COP 30, che avrà luogo nel 2025 a Belém, capitale dello stato del Pará.

Intervenendo venerdì alla chiusura del vertice per un nuovo patto finanziario globale, Lula ha promosso la creazione di una nuova governance globale che prenda il posto dell’ordine di Bretton Woods, deciso nel 1944 dagli Stati Uniti per creare un sistema economico globale a proprio vantaggio. Secondo il presidente brasiliano, le istituzioni finanziarie nate dopo la seconda guerra mondiale, come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, non rispondono più alle aspirazioni e agli interessi attuali, anzi a volte causano il fallimento degli Stati, come dimostrato dalla storia recente: “Le istituzioni di Bretton Woods non funzionano più e non rispondono più alle aspirazioni o agli interessi della società. Dobbiamo dirlo molto chiaramente“, secondo le parole del leader brasiliano, che ha citato l’esempio della vicina Argentina.

Nella parte conclusiva del suo discorso, Lula ha rivolto parole molto dure anche alle istituzioni europee, respingendo le imposizioni neocoloniali dell’Unione Europea per l’accordo con il Mercosur (di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), proponendo invece accordi commerciali più equi che siano vantaggiosi per tutti i Paesi partecipanti. Il presidente brasiliano ha sottolineato che non è ammissibile il modo con il quale l’UE si pone nei confronti di un partner strategico quale il Mercosur, inviando lettere di minaccia nei confronti dei Paesi membri dell’organizzazione commerciale sudamericana.

Infine, Lula ha affrontato anche il tema della cooperazione interna all’America Latina, ribadendo alcune idee innovative già lanciate in passato, come quella di dare vita ad una nuova moneta unica regionale al fine di accelerare il processo di dedollarizzazione: “Ci sono persone che si spaventano quando parlo di creare nuove valute. Non so perché il Brasile e l’Argentina debbano commerciare in dollari, perché la gente non possa farlo nelle nostre valute. Non so perché Brasile e Cina non possano farlo nelle nostre valute, perché dobbiamo comprare dollari”, ha detto.

Gli interventi di Lula nel corso del suo viaggio europeo dimostrano nuovamente come il Brasile abbia riorientato la propria politica estera dall’inizio del suo terzo mandato, e come il mondo sia sempre più insofferente nei confronti dell’imperialismo e del neocolonialismo perpetrato dai Paesi capitalisti occidentali. Oramai, la maggioranza dei Paesi del mondo sta costruendo un sistema multipolare di relazioni internazionali che contrasta con il progetto egemonico statunitense, e sempre meno governi sono disposti a sottostare ai diktat di Washington e dei suoi vassalli europei.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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