Ho tradotto un’intervista a Pablo Iglesias molto interessante non solo per capire meglio la situazione in #Spagna o lo scenario europeo.

Condivido tutto quello che Pablo dice, anzi mi è capitato di dire le stesse cose (compreso il paragone tra accoglienza di Meloni in UE e guerra contro Tsipras).
Premesso che noi del Partito della Rifondazione Comunista e della sinistra radicale italiana siamo cento volte indietro rispetto alla capacità di comunicazione su internet e sui social delle compagne e dei compagni spagnoli mi sembra importante sottolineare che Pablo registra il ruolo ancora determinante dei media mainstream (tv e giornali con loro protesi in rete) nel determinare gli orientamenti di massa e ancora di quella che Togliatti definiva “battaglia culturale” e di quelle che Gramsci chiamava “casematte” nella guerra di posizione per l’egemonia.
Negli ultimi anni si è diffusa una narrazione per cui bastavano i social (sulla scorta del successo di una star della tv come Grillo). Non è così purtroppo.

Leggendo intervista il lettore italiano penserà subito al berlusconismo, ma mi pare riduttivo. Nel campo della carta stampata non va dimenticato il ruolo di altri capitalisti e la fine di grandi quotidiani e riviste espressione di partiti di massa e della sinistra. Vale anche per la tv. Nella ex-sinistra si è fatta avanti l’idea che il mercato potesse consentire il pluralismo. Questo è relativamente vero perché si creano oligopoli e comunque anche i media di centrosinistra tendono a favorirne mutazione neoliberista come accade dagli anni ’90.
Inoltre esiste il problema del #serviziopubblico:
il tanto vituperato Pci ottenne nel 1976 la riforma della #RAI che la poneva sotto il controllo del parlamento. Da anni c’è chi nel centrosinistra ha proposto di privatizzarla contro la #lottizzazione e poi si è arrivati negli ultimi anni a porla sotto il controllo del governo. Cosa che fa la gioia di Meloni.

Mi sembra che la riflessione di Pablo ci richiami però anche alla necessità della costruzione – e questo potremmo farlo – di quello che Ingrao chiamò un “polo formativo e informativo” con i mezzi a disposizione.

Buona lettura

intervista a #PabloIglesias http://www.maurizioacerbo.it/blogs/?p=6814

Maurizio Acerbo PRC UP

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