• Francesco Guadagni

Lo spazio aereo siriano sta diventando un fronte di tensioni sempre maggiori tra Russia e USA.

Mentre la presenza della Russia in Siria, sia terrestre che aerea, è lecita per il diritto internazionale per il consenso, dato nel 2015, da un’esplicita richiesta del governo siriano per fronte alla minaccia dell’ISIS, gli Stati Uniti occupano aree nel nord est del paese arabo e saccheggiano il petrolio, il gas e il grano siriano con la collaborazione delle milizie curdo-arabe, denominate ‘Forze democratiche siriane’, SDF.

In questo contesto, dall’aeronautica americana “lamentano” che i jet russi hanno “disturbato” i droni MQ-9 Reaper statunitensi operanti in Siria almeno due volte questa settimana.

Un portavoce dell’aeronautica americana ha denunciato che i due caccia russi – un SU-45 e un SU-35 – si sono impegnati per quasi un’ora in un’interazione “sostenuta” e “poco professionale” vicino ai droni il 5 e 6 luglio. Uno dei jet ha anche iniziato a lanciare razzi davanti al drone statunitense, costringendolo a compiere manovre evasive.

All’inizio di quest’anno, è scoppiata una disputa diplomatica tra Mosca e Washington quando i jet russi hanno abbattuto un drone Reaper che operava sul Mar Nero. “Questi eventi rappresentano un altro esempio di azioni non professionali e non sicure da parte delle forze aeree russe che operano in Siria, che minacciano la sicurezza sia delle forze della coalizione che di quelle russe”, aveva dichiarato il generale Alexus Grynkewich, capo del comando centrale delle forze aeree statunitensi (AFCENT), in una dichiarazione.

La Francia questa settimana ha anche accusato la Russia di condurre una “interazione non professionale” con due aerei da combattimento Rafale che conducono una missione vicino al confine tra Iraq e Siria, secondo l’account Twitter ufficiale delle forze armate francesi.

Le ultime accuse statunitensi contro la Russia sono coincise con le esercitazioni congiunte tra le forze aeree russe e siriane che mirano a “esercitare il controllo” sullo spazio aereo siriano ed a valutare “l’efficacia dei mezzi di difesa aerea russi nel Paese”.

Il mese scorso, Grynkewich ha accusato la Russia di non “aderire ai protocolli di de conflitto concordati” in Siria, sostenendo che “l’esercito russo si è recentemente discostato dagli standard previsti da un’aeronautica professionale, scegliendo invece di violare deliberatamente questi accordi”.

Secondo un tenue accordo tra Washington e Mosca, i jet russi devono rimanere ad almeno tre miglia nautiche di distanza dagli aerei da guerra statunitensi. I funzionari statunitensi, da parte loro, sostengono che le forze del Cremlino si sono avvicinate di recente a 150 metri ai piloti statunitensi.

Ad aprile, il capo del comando centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) aveva avvertito che la situazione aumenta il rischio di un “errore di calcolo”.

In risposta a questa situazione, il mese scorso il Pentagono ha schierato una flotta di caccia stealth F-22 Raptor del 94th Fighter Squadron alla base aerea di Muwaffaq Salti in Giordania.

“[Gli] F-22 o la Bomber Task Force, questi sono elementi assolutamente essenziali del nostro approccio alla regione, e spero che ciò dimostri veramente l’impegno degli Stati Uniti e il fatto che l’Air Forces Central è qui per restare”, aveva spiegato con ton o minaccioso Grynkewich ai giornalisti il ????21 giugno.

Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti si sono dati da fare per consolidare la propria presenza militare nell’Asia occidentale, poiché la maggior parte del mondo arabo ha scelto di rafforzare i legami con Russia, Cina e Iran.

Questo disegno di Washington include l’invio di rinforzi nel nord-est della Siria, la spinta in avanti con una “flotta di droni” per pattugliare le acque del Golfo e la costruzione della più grande ambasciata dell’Asia occidentale nella capitale libanese

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-nei_cieli_siriani_si_apre_il_secondo_fronte_natorussia/8_50328/

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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