Ieri a Roma si è tenuta l’assemblea di lancio della campagna di adesioni individuali e della fase costituente di Unione Popolare con la partecipazione di centinaia di compagne e compagni.
La copertura mediatica è stata zero ma ci siamo abituati.
Positivo che UP prosegua come percorso partecipato e democratico. Non si può pensare che le persone si coinvolgano in un movimento politico delegando ai partiti di decidere per loro.

Nei prossimi giorni, risolte le ultime questioni tecniche e legali, sarà possibile l’adesione on line.

Unione Popolare non sarà un nuovo partito ma uno spazio politico in cui partiti, gruppi, associazioni e soprattutto (spero) tante persone possano cooperare e agire insieme. Non solo sul terreno elettorale ma soprattutto sociale.

L’assemblea si è tenuta a un anno dalla prima che ebbe al centro la necessità dell’opposizione alla guerra. Come hanno sottolineato Giorgio Cremaschi, Giovanni Russo Spena e Enrico Calamai la guerra non è una parentesi, è costituente di un blocco occidentale che sceglie la via dello scontro bellico e del riarmo.

Purtroppo non siamo riusciti a costruire il fronte pacifista che avevamo auspicato, ma non per questo dobbiamo rinunciare.

Il prioritario impegno di Unione Popolare deve essere il rilancio della mobilitazione per la pace evitando però di lavorare a scadenze che nascano dal presupposto di riunire solo le aree più radicali.

C’è bisogno di un movimento popolare contro la guerra e l’escalation, per il #cessateilfuoco e la trattativa. Ieri in maniera sintetica Eleonora Forenza ha illustrato i contenuti di una sensatissima proposta di #pace di cui si è discusso in questi giorni anche a Lubiana nel corso dell’Università estiva della European Left.

Ho condiviso la proposta avanzata da Luigi de Magistris di verificare la possibilità di una lista pacifista alle prossime europee.

Unione Popolare non può e non deve essere un recinto ma una soggettività capace di proporre ai movimenti pacifisti, sociali, sindacali, ambientalisti, femministi, antirazzisti, antifascisti terreni di convergenza e azione comune.

Dobbiamo lavorare per l’unità e l’allargamento di Unione Popolare, progetto che può crescere e svilupparsi solo se democratico, partecipato, aperto, inclusivo, ma soprattutto non autoreferenziale e non settario.

C’è la necessità di costruire sui singoli temi convergenze larghe per dare forza all’opposizione a un governo classista e reazionario.

Nella lotta contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della Costituzione con il premierato o il presidenzialismo lavoriamo per la più larga unità come in ogni lotta sul terreno democratico, dei diritti, antifascista, antirazzista o nelle vertenze del mondo del lavoro.

Bene ha fatto Marina Boscaino ieri a sottolineare l’importanza della manifestazione del #30settembre indetta dalla Cgil contro l’#autonomiadifferenziata

La necessità delle convergenze su singoli temi anche con forze politiche da cui siamo distanti non cancella la necessità di costruire lo spazio dell’alternativa al neoliberismo e alla guerra.

Come ieri abbiamo ricordato in tante/i il governo Meloni e l’altissima astensione sono conseguenze di un trentennio di politiche neoliberiste dei governi di centrodestra e centrosinistra, di trattati ordoliberisti UE e di svuotamento della democrazia costituzionale.

Per questo il progetto di Unione Popolare deve continuare a caratterizzarsi per un profilo e un programma di opposizione al governo delle destre che sia in netta rottura con le politiche dei governi che lo hanno preceduto.

L’opposizione del PD continua a essere profondamente contraddittoria. Da un lato condivide le scelte di guerra col governo, dall’altro il PD riesce persino a criticare il governo da destra come sta accadendo con la pressante richiesta di ratifica del MES.

Proprio la drammaticità delle emergenze sociali, ambientali e democratiche impone la costruzione di un’aggregazione e di un progetto che abbia caratteristiche di radicalità nella critica del capitalismo, del neoliberismo, di un modello di sviluppo insostenibile sul piano ambientale, dell’eteropatriarcato.

La vicenda del MES, la riproposizione del patto di stabilità da parte della Commissione Europea, la decisione di proseguire con il rialzo dei tassi da parte della BCE esemplificano la necessità della critica radicale dell’impianto programmatico e ideologico del centrosinistra se si vuole salvare il sistema sanitario nazionale, rilanciare il welfare e il ruolo del pubblico, lottare contro il regime dei bassi salari e della precarizzazione.

Il progetto di Unione Popolare deve andare avanti con una continuità di iniziativa sociale e politica, di elaborazione e proposta per la pace, la giustizia sociale e ambientale, i diritti, l’attuazione della Costituzione. Per questo allargare e rendere partecipata Unione Popolare significa anche valorizzare le tante intelligenze e competenze che non hanno smarrito nel nostro paese un punto di vista critico. A partire dai tanti intellettuali che hanno firmato gli appelli a sostegno di UP. Come hanno sottolineato Raul Mordenti e Andrea Del Monaco si tratta di una questione non secondaria se si vuole contendere l’egemonia ai neoliberisti.

La campagna per il #salariominimo è un esempio di come Unione Popolare debba proseguire. Lo hanno sottolineato bene Antonello Patta e Giuliano Granato. Stiamo lavorando a un comitato di sostegno che coinvolga i sindacati di base e anche esponenti della Cgil. Ho proposto che vada affiancata da una campagna per una nuova #scalamobile per riconquistare uno strumento di protezione delle classi lavoratrici rispetto all’inflazione che sta divorando il potere d’acquisto delle classi popolari. Giustamente sosteniamo la lip di #Usb per l’introduzione del reato di lesione e omicidio sul lavoro che era stata presentata nella scorsa legislatura dalle nostre parlamentari di ManifestA.

C’è molto lavoro da fare e non ci fermeremo neanche a agosto.

Un grande ringraziamento alle compagne e ai compagni di Rifondazione Comunista Roma che ieri si sono sobbarcati un gran lavoro per ospitare l’assemblea e garantire a centinaia di persone il pranzo. La festa di Roma come le tante altre in giro per l’Italia sono isole di resistenza politica e culturale.

P.S.: consiglio a ritardatari/e di rinnovare tesseramento a Rifondazione. Continua a esserci bisogno di un partito comunista democratico, libertario, ecologista, femminista, intersezionale
www.rifondazione.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: