Nonostante le politiche redistributive dei governi progressisti, l’America Latina è caratterizzata da forti disuguaglianze. Le difficoltà sociali sono accentuate dalle conseguenze della pandemia e della guerra, nonché dalla dipendenza dalle esportazioni di materie prime e manufatti a basso valore aggiunto.

 di Sara Innocenti  

Uno sguardo d’insieme

Negli ultimi dieci anni la crescita dell’economia latinoamericana è stata molto bassa, tant’è che nel settennio 2014-2020, alle soglie della crisi pandemica, è stato registrato il più basso incremento dal dopoguerra, pari al solo 0,5% medio annuo. Le attività produttive poste a fondamento dell’economia sono state limitate nella crescita a causa di vari fattori fra i quali anche problematiche sociali.

Infatti, l’America Latina, nonostante i progressi compiuti dall’inizio del nuovo millennio a seguito delle politiche redistributive attuate dai governi progressisti, risulta ancora caratterizzata da una forte disuguaglianza sia economica che sociale, in particolare nella distribuzione della ricchezza e del reddito tra le persone, con l’indice Gini medio della macroregione che nel 2022 si attestava a 0,460, il più alto dopo l’Africa Australe, con Brasile, Colombia, Costa Rica, Guatemala e Panama, con valori al di sopra di 0,522. 

Le economie latinoamericane sono, inoltre, dipendenti dalle esportazioni di prodotti industriali a basso contenuto tecnologico e di materie prime grezze, i cui prezzi internazionali nelle borse merci sono esposti a improvvise fluttuazioni a causa dell’attività finanziaria speculativa, con riflessi negativi sulle bilance commerciali della maggioranza dei suoi paesi. A partire dall’inizio degli anni ’80 l’America Latina ha subito una deindustrializzazione abbastanza acuta. Conseguentemente le materie prime sono nuovamente tornate a essere la principale risorsa dell’export della macroregione, raggiungendo nel 2021 il 54,2% del totale contro il 45,8% di manufatti.  

La situazione dei principali stati

Tra i Paesi più sviluppati dell’America Latina abbiamo l’Uruguay, con un Pil pro capite nel 2022 di 18.500 dollari, il Cile con 16.100 dollari, l’Argentina con 11.700 dollari, il Messico con 9.300 dollari e il Brasile 9.200 dollari, che rappresenta la maggiore potenza economica, con un Pil totale pari al 40% di tutto il subcontinente. I suoi punti di forza sono sicuramente l’industria, che è alquanto sviluppata e assicura al paese una posizione egemone nel subcontinente, anche se le materie prime rappresentavano nel 2021 ben il 73,1% del totale dell’export nazionale, peraltro il valore più basso di tutte le economie del Sud America.

Le situazioni più critiche riguardano il Venezuela, dal 2014 investito da un tracollo economico a seguito dell’eccessiva dipendenza dall’export di petrolio (95% del totale) e soprattutto delle pesanti sanzioni economiche unilaterali comminate da Obama e fortemente inasprite da Trump, e l’Argentina che nel settennio 2014-2020 ha registrato ben 5 anni di recessione, salvo il 2015 e il 2017 (tabella 1). 

Diversi sono i fattori che incidono anche nel 2023 sull’andamento negativo dell’economia argentina, a partire dagli alti tassi d’interesse, dall’impennata dell’inflazione e dalla frenata dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali, tutte problematiche che hanno portato a un aumento della povertà al 40% pari a 18.000.000 di argentini. La Banca Centrale del Paese informa che il sedicesimo mese consecutivo di aumento ha portato l’inflazione a maggio  2023 addirittura al 114,2% su base annua (il quarto tasso più elevato dopo Zimbabwe, Libano e Venezuela), costringendola ad aumentare al 97% il tasso di interesse, con la valuta nazionale, il Peso, che nel 2023 ha perso il 35% del suo valore rispetto al Dollaro (grafico 1).

Tuttavia, nel complesso dell’America Latina secondo la Cepal, la Commissione Economica per l’America Latina delle Nazioni Unite, solo il Cile è previsto in recessione (-1,1%) nel 2023, mentre le principali economie come Brasile, Messico, Uruguay, Paraguay, Bolivia ed Ecuador dovrebbero registrare una crescita, seppur bassa, salvo il Venezuela (+5%), con un valore medio della macroregione stimato nell’ordine dell’1,7% (tabella 2).

Haiti è il Paese più povero dell’America latina con un Pil pro capite nel 2021 di soli 1.300 dollari con circa il 60% della popolazione vive sotto la soglia di povertà nazionale e quasi un quarto degli abitanti soffre la fame o è malnutrito. Il Paese, oltre a forti criticità economiche e strutturali, è periodicamente colpito da catastrofi naturali come sismi, cicloni e periodi di siccità.

Dal punto di vista sociale invece è probabile che i Paesi latinoamericani saranno ancora caratterizzati da ondate di proteste e manifestazioni popolari, che hanno accompagnato la regione durante l’intero 2022, contro il declino delle condizioni economiche e sociali causato dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina.

Durante la fase di ripresa successiva alla pandemia, la macroregione ha vissuto un periodo di miglioramento delle condizioni economiche, ma ha subito il duplice shock della guerra in Ucraina e dell’inflazione che ha colpito l’intera economia mondiale.

Finora il malcontento popolare, salvo alcuni Paesi, si è espresso soprattutto nelle cabine elettorali. Ma con l’impennata dell’inflazione e con le misure di austerità ha iniziato ad assumere forme più dirompenti, come a Panama, a Haiti, in Perù e in Argentina. La critica situazione socio-economica di quest’ultima genera incertezze sull’esito delle presidenziali previste in ottobre, per le quali non si sono resi disponibili a ricandidarsi sia il presidente attuale, Fernandez, che non ha ben gestito la situazione economica e sociale, sia il leader della destra e penultimo presidente, Mauricio Macri, vero artefice del disastro attuale, il quale accese un enorme prestito di 44 miliardi di dollari col Fondo Monetario Internazionale, rinunciando di fatto, a favore di quest’ultima organizzazione, alla possibilità di scegliere autonomamente le politiche economiche.

https://www.lacittafutura.it/gruppo-giovani/uno-sguardo-alla-situazione-economica-e-sociale-dell-attuale-america-latina

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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