Se ne parla ancora troppo poco ma la recessione in Germania è tutt’altro che “tecnica” e tanto meno transitoria.
I grandi gruppi industriali stanno voltando le spalle alla madre patria che senza l’energia a basso costo (russa) si dimostrerà un gigante con i piedi di argilla.
Gli effetti benefici dell’euro come “marco debole” si stanno esaurendo, le politiche “climatiche” statunitensi (anti europee) sono deleterie e le tensioni con Cina e Russia si rileveranno mortali.
La deindustrializzazione tedesca rappresenterà di gran lunga la più grande crisi mai affrontata dall’Europa “unita” e insieme la prima vera grande vittoria americana dalla Seconda Guerra Mondiale.