Quante Giorgia Meloni ci sono? Dopo quasi un anno di governo possiamo affermare con certezza che ne esistono almeno due
Quante Giorgia Meloni ci sono? Dopo quasi un anno di governo possiamo affermare con certezza che ne esistono almeno due. La prima è quella che non le mandava a dire e che prometteva di stravolgere la politica italiana. La seconda è quella governativa, europeista e atlantista.
Quando un partito o un leader accede al potere di solito diventa più moderato nei propositi e rinnega quanto aveva promesso in campagna elettorale.
Il caso di Giorgia Meloni è emblematico.
In un’intervista la leader di Fratelli d’Italia dichiarò la sua avversione verso i corruttori: ‘Per noi chi ruba è un traditore, perché vedete la corruzione è una tassa sui poveri, è una tassa sui più deboli, sulla povera gente, ed è il motivo per il quale noi vogliamo proporre per i reati di corruzione nell’esercizio delle funzioni pubbliche siano inseriti tra i reati di tradimento, cioè all’interno del nostro codice penale siano individuati come reati contro la personalità dello Stato, cioè reati per i quali nel nostro ordinamento è prevista anche la pena dell’ergastolo, così vediamo’. Quest’affermazione evidentemente non vale per la deputata e vicepresidente della commissione parlamentare di vigilanza della Rai di FdI Augusta Montaruli, condannata in via definitiva a 1 anno e sei mesi di reclusione per peculato. La regola vale solo per gli altri. Non solo. Uno dei primi provvedimenti del Governo è stato l’abolizione dell’abuso d’ufficio. Altro che ergastolo agli approfittatori della cosa pubblica.
‘Il nostro primo provvedimento sarà 1.000 euro subito su ogni conto corrente con un click’, promise in campagna elettorale. Invece il governo Meloni ha ‘cancellato’ il Reddito di cittadinanza ed ha introdotto una card di poche centinaia di euro all’anno e non per tutti i poveri e solo per alcuni beni di prima necessità.
Le incongruenze sono tante.
Dall‘Italia ritiri immediatamente il proprio sostegno alle sanzioni contro la Russia’ all’invio di armi ed al sostegno senza se senza ma all’Ucraina.
Dal ‘Blocco navale subito’ a ‘L’Italia e l’Europa hanno bisogno di immigrazione. È doveroso aiutare anche chi scappa dalla fame e da catastrofi naturali’.
Dall’abolizione della legge Fornero all’ipotesi 103, ma solo per una parte dei lavoratori.
Dalla cancellazione delle accise sui carburanti all’eliminazione degli sgravi introdotti dal governo Draghi. Dal sovranismo all’europeismo, dal no al Mes al probabile sì nei prossimi mesi.
L’elenco è lungo.
‘Vareremo un grande piano di prevenzione idrogeologica’ annuncia il 27 luglio la Premier, il giorno dopo il ministro Raffaele Fitto nella bozza di rimodulazione del PNRR stralcia alcuni progetti per ‘la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico’.
Giorgia Meloni è nostalgica nei toni, ma conservatrice e atlantista nei fatti. Coerente quando si rivolge ai propri elettori, ma ‘democristiana’ quando deve confrontarsi con la realtà quotidiana.
Questa duplicità di comportamenti è evidente anche nel rapporto con i giornalisti.
Quando può evita le conferenze stampa, almeno in Italia, forse teme che venga fuori la Meloni sovranista? O è una tecnica per mantenere i consensi elettorali? Spesso si limita a messaggi preconfezionati e registrati, perché?
Come direbbe Matteo Renzi stia serena, perché chi vota a Destra continuerà a farlo qualunque cosa possa dire o fare. Una parte degli italiani sostiene FdI a prescindere perché è intollerante verso la Sinistra, qualunque essa sia.