Per la prima volta nella storia, il governo dell’Indonesia si appresta a riconoscere le rivendicazioni delle comunità indigene sulle foreste ancestrali della provincia di Aceh, sita sull’isola di Sumatra. Si tratta di un’area che si estende per 144.497 ettari, quasi quanto tutta Londra. Nonostante alcune complicanze burocratiche, tra cui la presenza di confini poco chiari che potrebbero ostacolare il rilascio dei titoli legali per le foreste consuetudinarie, il ministero dell’Ambiente ha reso noto che punta a concretizzare il suo intendimento entro l’anno. Tali diritti concernono modelli di utilizzo delle terre in conformità con leggi, valori, costumi e tradizioni delle popolazioni indigene e delle comunità locali.

Come confermato da Yuli Prasetyo Nugroho – responsabile del ministero per la gestione delle foreste consuetudinarie – le comunità indigene interessate all’interno della provincia di Aceh sono in tutto 13. «Fino ad oggi, però, non c’è stata alcuna foresta consuetudinaria [formalmente riconosciuta dal governo] ad Aceh», ha detto ancora Yuli, che ha confermato come sia «una priorità» del governo riconoscere le foreste consuetudinarie nella provincia.

Secondo la legge indonesiana, le comunità indigene che vogliono richiedere titoli fondiari devono precedentemente ottenere il riconoscimento formale del loro status di indigeni. Esso può essere conferito solo mediante una legge del governo locale: nel caso di Aceh, tali provvedimenti sono stati già emessi nei confronti di cinque comunità, tre nel distretto di Pidie e due nel distretto di Aceh Jaya. Per questo motivo, questi saranno probabilmente i primi gruppi a veder riconosciuti i propri diritti forestali consuetudinari in ambito provinciale.

C’è però ancora un’importante questione da dirimere, legata alla suddivisione amministrativa del territorio indonesiano e alla specifica situazione di Aceh, ultimo ostacolo burocratico al riconoscimento. Infatti, i distretti del Paese sono composti da diversi sottodistretti, a loro volta suddivisi in plurime circoscrizioni. Ma ad Aceh è presente un ulteriore livello amministrativo, che si colloca a metà tra la dimensione del sottodistretto e a quella della circoscrizione, il mukim, da cui sono state avanzate le proposte di riconoscimento. Che nel Paese, di norma, vengono invece presentate dalle circoscrizioni. Inoltre, in particolare nel distretto di Pidie, i mukim non hanno confini formalmente definiti: lo stesso Yuli ha dichiarato che questo aspetto genera incertezza su come assegnare le foreste consuetudinarie.

Muhammad Nasir, capo del mukim di Paloh a Pidie, ha invocato a gran voce il riconoscimento, affermando che le comunità dell’area hanno «gestito e protetto le foreste di generazione in generazione», ma che necessitano di «certezza giuridica» al fine di «evitare che le foreste vengano prese da altre parti». È stato ripetutamente dimostrato che le foreste gestite dalle comunità indigene sono più sane e meglio protette di quelle che non lo sono: un report della Fao del 2021, incentrato sull’analisi di oltre 300 studi scientifici condotti sulle foreste dei territori indigeni e tribali dell’America Latina e dei Caraibi, ha attestato come negli ultimi vent’anni le foreste siano state conservate molto meglio di altre presenti nel resto della regione. Secondo il rapporto, le comunità indigene – che privilegiano un’agricoltura più diversificata e su scala ridotta, meno impattante rispetto alle pratiche industriali – detengono una solida esperienza nella salvaguardia dell’ecosistema forestale. I mukim di Aceh praticano già solide leggi consuetudinarie per gestire le loro foreste, come il divieto di disboscare le foreste a meno di 200 metri dalle fonti d’acqua e a 100 metri dagli argini dei fiumi, vietando il taglio di alberi che ospitano alveari o il cui legno può essere trasformato in barche o chiatte.

Il riconoscimento delle foreste consuetudinarie ad Aceh si inserisce nel programma di forestazione sociale del presidente Joko Widodo, nel cui ambito l’amministrazione punta alla riassegnazione di 12,7 milioni di ettari (il 7% della superficie totale del Paese) di foreste statali alle comunità locali. In Indonesia l’Esecutivo aveva ufficialmente riconosciuto alle popolazioni native i diritti forestali consuetudinari per la prima volta lo scorso dicembre, offrendo la custodia di aree forestali a sette comunità indigene nella vasta regione della Papua. A cui ora se ne aggiungeranno altre.

[di Stefano Baudino]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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