Le mosse della Polonia lasciano intendere che Varsavia sarebbe pronta ad intervenire militarmente in Ucraina, con il malcelato obiettivo di riappropriarsi della regione di L’viv per realizzare il sogno della ricostituzione della “Grande Polonia”.
Sin dall’inizio del conflitto ucraino, la Polonia ha giocato un ruolo di avanguardia della NATO in funzione antirussa. Il governo di Varsavia, guidato dalla destra del partito Diritto e Giustizia (Prawo i Sprawiedliwość, PiS), ha sempre espresso posizioni fortemente antirusse, diventando all’apparenza uno dei principali sostenitori del governo di Kiev, arrivando a superare in proposte guerrafondaie gli Stati Uniti e il Regno Unito. Tuttavia, abbiamo già avuto modo di spiegare come, dietro a questo grande interesse per le sorti dell’Ucraina, Varsavia covi il sogno nazionalista della “Grande Polonia”, che prevede il riappropriarsi di territori che furono polacchi secoli or sono, come la regione ucraina di L’viv (Lwów per i polacchi, L’vov per i russi).
La Polonia spera sommessamente che il conflitto porti alla spartizione dell’Ucraina, il che potrebbe includere anche la cessione dei territori orientali alla Russia, a patto che Varsavia possa espandersi nei territori di suo interesse. Queste proposte sono persino passate alla televisione pubblica polacca, dunque non si tratta affatto di teorie complottiste o ipotesi remote, ma di un sentimento che serpeggia tra la popolazione di quel Paese, alimentato soprattutto dalle frange nazionaliste di estrema destra, che vorrebbero cogliere l’occasione anche per strappare parte dei territori occidentali della Bielorussia nelle regione di Brėst e Hrodna (Brześć e Grodno per i polacchi). Allo stesso tempo, anche la Lituania, altro Stato particolarmente interessato alla situazione ucraina, cova il sogno segreto di sottrarre a Minsk alcuni territori settentrionali, sempre nella regione di Hrodna. Polonia e Lituania, poi, hanno anche mire sull’exclave di Kaliningrad, territorio russo incastonato tra i due Paesi ostili.
In un discorso tenuto lo scorso 21 luglio, il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito dei piani di Polonia e Lituania, che, secondo le informazioni in possesso di Mosca, potremmo dare vita ad un’operazione militare congiunta in Ucraina. “Non posso fare a meno di commentare quanto appena detto dal direttore dei servizi di intelligence russa Sergej Naryškin e le notizie di stampa apparse sui piani per creare una cosiddetta unità polacco-lituano-ucraina. Non stiamo parlando di un gruppo eterogeneo di mercenari, ma piuttosto di una formazione militare regolare, ben oliata e ben equipaggiata che dovrebbe essere utilizzata per operazioni sul territorio dell’Ucraina“, ha affermato il leader russo. “In particolare questo viene fatto con il pretesto di garantire la sicurezza dell’Ucraina occidentale contemporanea, ma in realtà – se chiamiamo le cose con i loro veri nomi – il fine è la successiva occupazione di questi territori. Dopotutto, la prospettiva futura è ovvia; se le unità polacche entrano a L’vov, per esempio, o in qualche altro territorio in Ucraina, poi rimarranno lì. E ci rimarranno per sempre“, ha aggiunto.
Secondo il capo di Stato russo, “questo non rappresenterà nulla di nuovo“, ricordando che dopo la sconfitta della Germania e delle altre potenze centrali nella prima guerra mondiale, le unità polacche occuparono L’vov e i territori adiacenti, che allora facevano parte dell’Austria-Ungheria. “Spronata dall’Occidente, la Polonia approfittò della tragedia della guerra civile russa per annettere alcune province storicamente russe. Il nostro Paese, che allora stava attraversando un periodo difficile, fu costretto a firmare il Trattato di Riga nel 1921 e riconoscere de facto l’alienazione dei propri territori“, ha osservato Putin.
Inoltre, anche prima del 1920, la Polonia si impadronì di parte della Lituania, e in particolare della capitale Vilnius. “Insieme ai lituani, [i polacchi] stavano presumibilmente combattendo contro il cosiddetto imperialismo russo, ma non appena gli si è presentata l’opportunità, si sono immediatamente ritagliati un pezzo di terra dal loro vicino“, ha osservato il presidente russo. Ha inoltre ricordato come “anche la Polonia ha preso parte alla spartizione della Cecoslovacchia derivante dall’accordo di Monaco con Hitler nel 1938“, occupando completamente la regione storica della Slesia di Cieszyn.
“Negli anni ’20 e ’30, i cosiddetti Kresy Wschodnie della Polonia [‘Confini Orientali’ in polacco, ndr] – e questo include il territorio dell’Ucraina occidentale, della Bielorussia occidentale e parte della Lituania – furono sottoposte a una dura politica di polonizzazione e all’assimilazione forzata dei residenti locali, compresa la soppressione delle culture etniche e del cristianesimo ortodosso“, ha osservato Putin. Una politica così aggressiva alla fine si è conclusa per la Polonia con la perdita dell’indipendenza nazionale e l’invasione nazista del 1939, mentre l’indipendenza della Polonia venne successivamente ripristinata solamente grazie al cruciale intervento dell’Unione Sovietica, al punto che i territori dell’odierna Polonai occidentale, un tempo tedeschi, rappresentarono una concessione fatta da Stalin al Paese liberato.
L’eventualità di un intervento polacco in Ucraina a fini meramente espansionistici rappresenta dunque un’ipotesi tutt’altro che improbabile, stando sia ai precedenti storici che ai dettagli in possesso dei servizi segreti russi. Secondo Vladimir Žarichin, vicedirettore dell’Istituto dei Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti, la Polonia potrebbe inviare le sue truppe nell’Ucraina occidentale in autunno, quando il tentativo di controffensiva ucraina sarà terminato. Parlando delle condizioni per il possibile dispiegamento di truppe polacche nell’Ucraina occidentale, l’esperto russo ha affermato che questo non accadrà ora, perché “mentre l’Ucraina sta cercando di attaccare, si scoprirebbe che la Polonia sta portando via una parte del suo territorio“. Allo stesso tempo, Žarichin ha osservato che la Polonia non adotterebbe tali misure senza il nulla osta gli Stati Uniti: “È necessario che il ‘capo’, Washington, dia il via libera, perché, ovviamente, molte persone nel mondo percepiranno le cosiddette varianti ibride della partecipazione di militari polacchi e baltici come un’aggressione contro l’Ucraina“, ha detto, “quindi, penso, gli americani valuteranno se un’azione del genere è vantaggiosa per loro“.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog