Radura della memoria: un memoriale provvisorio per le vittime del crollo del viadotto Morandi

A fine di luglio vi è stata  a Genova l’inaugurazione del viadotto sul Polcevera disegnato da Renzo Piano. Il completamento del nuovo ponte sarà accompagnato da celebrazioni televisive criticate dai parenti delle vittime per la troppa spettacolarizzazione di un evento tragico. E’ stato accompagnato anche dalla realizzazione di un piccolo progetto voluto dal Comune di Genova, la Radura della memoria. L’intervento è una piccola installazione provvisoria destinata a sorgere sotto il nuovo ponte, all’angolo tra via Fillak e via Porro. La sua realizzazione accompagnerà il completamento dei lavori del nuovo viadotto creando un luogo destinato al ricordo delle vittime del crollo del viadotto Morandi in attesa del memoriale definitivo, incluso nel progetto Il Parco del Polcevera e il Cerchio Rosso. La Radura della memoria è una piccola agorà definita da un cerchio del diametro di 50 m. 43 alberi di altrettante specie saranno disposti lungo un podio di legno largo 7 metri e alto 45 cm che ne disegnerà il perimetro.
Il 14 agosto 2018 crolla rovinosamente parte del viadotto progettato negli anni sessanta dall’ingegnere Riccardo Morandi, uccidendo 43 persone.
Il ponte venne completato nel 1967, dopo meno di dieci anni dal concorso lanciato dall’ANAS, a collegamento delle autostrade A10 (Genova-Ventimiglia) e A7 (Genova-Milano), sopra il letto del torrente Polcevera. Simbolo dell’Italia del boom economico, ne incarnava ottimisticamente i caratteri. Uno fra i più importanti e innovativi progettisti della storia delle costruzioni italiane aveva progettato strutture coraggiose ricorrendo a un avanzato uso dei materiali.
Immediatamente a valle del crollo, Renzo Piano propone una tipologia di ponte che poco ha a che vedere con l’arditezza dell’originale. La struttura è estremamente semplice, composta da un impalcato lungo 1.067 m e una successione di 19 campate appoggiate su 18 pile. A ricordo delle vittime, è coronato da 43 lampioni.
La costruzione viene affidata in tempi record e modalità spesso al centro delle polemiche al raggruppamento composto dalle società Salini Impregilo (oggi Webuild) e Fincantieri. La progettazione esecutiva viene sviluppata invece da Italferr. La prima pietra è posata a poco meno di un anno dal crollo, a fine giugno 2019, e il cantiere è oggi ormai prossimo alla conclusionre.
La ricostruzione del viadotto, di vitale importanza per la vita della città e del suo territorio, non ha viaggiato da sola. Il Comune di Genova bandisce nella primavera del 2019 il concorso di progettazione “Il parco del ponte” gestito attraverso la piattaforma concorsi del Cnappc. L’obiettivo è avviare un importante processo di rigenerazione urbana che ridisegni la parte del quartiere Certosa collocato sotto il nuovo ponte. Il bando chiede di lavorare sulle aree del Quadrante Polcevera, della superficie complessiva di 680.000 mq, e su un suo sottoambito di 12 ettari. Qui si chiede di prefigurare un nuovo parco urbano con strutture sportive, luoghi di aggregazione, passerelle pedonali e un memoriale a ricordo delle vittime. L’inizio della realizzazione del progetto è prevista per il 2020 (ma all’oggi non ancora avviata) e comunque a valle della conclusione del cantiere del nuovo viadotto.
Il vincitore della competizione risulta essere la proposta Il Parco del Polcevera e il Cerchio Rosso, presentata dal raggruppamento guidato da Stefano Boeri Architetti. Lo studio milanese è affiancato da Metrogramma, Inside Outside, Mobilityinchain, Transsolar Energietechnik, la paesaggista Laura Gatti e il geologo Secondo Antonio Accotto.
Il progetto imposta il processo di riqualificazione di questa parte della valle su alcuni punti cardine che diventano segni chiari e iconici sul territorio. Il cerchio rosso da cui la proposta prende il nome è un grande anello metallico che ricuce le sponde della valle al di sotto del ponte. È realizzato da una passerella ciclo-pedonale lunga complessivamente 1.570 m e larga 6 m il cui percorso connette anche la nuova stazione ferroviaria e la nuova torre del vento, destinata a produrre energia rinnovabile con le sue turbine eoliche.
Il progetto per il Quadrante prevede anche l’impianto di nuove attività, dall’high-tech al commerciale, ospitate dagli Edifici Mondo, nuovi volumi ispirati all’architettura industriale e al colore blu del mare Mediterraneo.
Al di sotto, il nuovo Parco del Polcevera è infine un grande sistema di parchi lineari dalle ampiezze differenti che, correndo parallelo al torrente e alla ferrovia, ricuce la vallata e offre differenti tipologie di giardino. ×
Il sindaco di Genova Marco Bucci spiega i tempi per la conclusione dell’opera di rigenerazione urbana dell’area colpita dal crollo del ponte Morandi di cinque anni fa
  “I lavori sono iniziati, ci sono quattro parti: il memoriale, il parco verde, c’è da sistemare l’area che riguarda la parte sportiva del Campasso e il cerchio rosso che li collega tutti quanti e che collegherà tutta la parte delle aziende di alta qualità. In tre anni sarà tutto pronto” così il sindaco di Genova Marco Bucci nel giorno della presentazione della prima palazzina di via Porro a cinque anni dal crollo di ponte Morandi che costrinse a sfollare i residenti della zona.
Dopo la prima fase di emergenza legata alla tragedia del Morandi la decisione del Comune di rigenerare tutta l’area tra via Porro, via Fillak da una parte e il Campasso dall’altra. Il progetto del memoriale e del parco è opera dell’architetto Stefano Boeri. A cinque anni dal crollo i parenti delle vittime e i genovesi aspettano il memoriale per ricordare le 43 vittime.
Il sindaco vuole terminare il suo secondo mandato con tutto il progetto completato. “Quando nel 2027 me ne andrò in barca voglio poter dire che sarà tutto finito – spiega Bucci -. I fondi pubblici sono stati già trovati, ci aspettiamo gli investimenti delle aziende private che andranno lì, su quello stiamo ancora negoziando”.
Nelle nuove abitazioni di via Porro verranno ospitati studenti ma non solo. “Quest’area me la immagino con case moderne, abitate da giovani e meno giovani perché non dobbiamo avere ghetti, vogliamo la miscela”.
I lavori per sistemare le altre palazzine vanno avanti. Il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi spiega: “Entro un anno sarà completata la ristrutturazione di tutte le palazzine superstite. Via Porro verrà poi riqualificata anche con una nuova pavimentazione. Questo progetto verrà contrattando con Trenitalia per l’acquisto e dove avremo un nuovo replicato in altre zone della città come a Rivarolo e Certosa. Ma non solo, penso all’area Facchini che in questi giorni stiamo polo scolastico, parliamo di 30 mila metri quadri.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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