La maggioranza degli americani sarebbe contrario all’invio di ulteriori finanziamenti a sostegno dell’Ucraina nella guerra contro la Russia: è quanto emerso da un sondaggio condotto dalla CNN nel luglio di quest’anno. Il 55% degli intervistati, infatti, ritiene che il Congresso non dovrebbe autorizzare ulteriori finanziamenti, mentre il 51% che gli Stati Uniti abbiano già fatto abbastanza per sostenere l’Ucraina nel conflitto (lo scorso anno, all’indomani del scoppio della guerra, il dato si fermava al 38%). La maggior parte degli intervistati (63%) ritiene che gli aiuti più efficaci rientrino nell’ambito dell’assistenza nella raccolta di informazioni, il 53% nell’addestramento militare e solamente il 43% con l’ulteriore invio di armi. Un’alta percentuale degli intervistati (77%) si dice poi preoccupata del fatto che la guerra proseguirà ancora per molto tempo, senza che si venga a capo di una soluzione.
In particolare, il dato cambia a seconda dell’orientamento politico. Tra i repubblicani, infatti, il 71% ritiene che il Congresso non debba più inviare finanziamenti all’Ucraina, mentre il 59% che gli Stati Uniti abbiano già fatto abbastanza in sostegno del Paese in conflitto. Tra i democratici, invece, oltre la metà (62%) è a favore di ulteriori finanziamenti, mentre il 61% ritiene che gli Stati Uniti dovrebbero fare di più. Tra gli indipendenti, la maggior parte (56% per il primo quesito, 55% per il secondo) si mostra in linea con il blocco ai finanziamenti. Tra coloro che temono che il conflitto si prolungherà per molto tempo, i democratici sono la maggior parte (82%), seguiti dagli indipendenti (75%) e dai repubblicani (73%).
Il sondaggio, seppur eseguito su di un campione di popolazione (1.279 individui) non è tuttavia irrilevante, poiché suggerisce come la maggioranza dei cittadini abbia potenzialmente opinioni in contrasto con le politiche intraprese dai capi di governo, in particolare per quanto riguarda l’invio di armi nel contesto del conflitto russo-ucraino. Una tendenza rilevata, sempre tramite sondaggio, anche nel nostro Paese.
[di Valeria Casolaro]