Argentina, Egitto, Iran, Etiopia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti diventeranno membri dei BRICS a partire dal 1° giugno del 2024. Lo ha annunciato Cyril Ramaphosa, presidente del Sudafrica.
Vertice BRICS, ufficiale l’allargamento
Il presidente sudafricano Ramaphosa ha annunciato ufficialmente l’espansione dei BRICS: “Abbiamo deciso di invitare Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti a diventare membri a pieno titolo dei BRICS. La loro adesione inizierà il 1 luglio 2024”.
Inoltre ha confermato l’intenzione di procedere alla progressiva de-dollarizzazione: “I leader dei BRICS ritengono che sia giunto il momento di utilizzare valute locali e sistemi di pagamento alternativi”.
Primi commenti anche dal presidente brasiliano Lula da Silva: “Dopo l’espansione del PIL, i BRICS rappresenteranno il 37% della quota del PIL mondiale.”
Petroselli: “I Brics cambieranno le sorti del mondo. L’allargamento diminuirà le tensioni”.
Vito Petroselli, presidente dell’Istituto Italia-Brics, intervistato da “L’Identità” ha rilasciato alcune interessanti considerazioni:
“Stiamo parlando di un gruppo di Paesi diventati, non da pochissimo, il punto di riferimento del Sud del mondo. L’allargamento ad altri, al contrario di come dice qualcuno nel campo occidentale, non provocherà maggiori attriti, ma diluirà le tensioni sparse per il pianeta”.
E ancora: “L’Europa non può fare da paciere (tra Russia e Ucraina ndr). La sua politica estera è troppo appiattita su quella di Nato e Usa. Come puoi pensare di essere un promotore di un accordo, un negoziato, se continui a fornire le armi a una delle parti in lotta? L’Europa è schiacciata davanti alle proprie responsabilità, dovute all’attaccamento a una struttura che lo stesso Macron aveva dichiarato in stato di morte celebrale e che invece è stata rivitalizzata da Kiev. I Brics hanno la grande occasione per dimostrare che la loro politica multipolare è efficace anche nella risoluzione dei conflitti”.
E sull’Italia: “Meloni ha un grosso problema, lo stesso dei 5 Stelle nella scorsa legislatura. Ha gettato al vento la propria credibilità per attaccarsi a un confortevole euro-atlantismo, garantendo massima fedeltà all’alleato principale. Giorgia, oggi, è più la leader di Fratelli d’America che di Fratelli d’Italia