Marquez

L’inchiesta di Der Spiegel e della tv pubblica ZDF sull’attentato al gasdotto Nord Stream punta il dito sull’Ucraina. La ministra degli Interni Faeser auspica un processo penale nei confronti dei responsabili. Ma per Sholz è una situazione paralizzante, tutti evitano la questione delle conseguenze: che fare con un alleato che distrugge una delle principale infrastrutture strategiche del paese?

Der Spiegel, accuse durissime sul Nord Stream: è stata l’Ucraina

Partiamo al contrario, cioè da una considerazione finale prima della cronaca: continuamente sottolineiamo quanto l’Italia sia politicamente uno zerbino di Washington senza alcun autonomia. Pensate invece alla Germania che, con una evidenza ormai difficile da nascondere, ha subìto un attacco terroristico a una sua infrastruttura strategica  da parte dell’Ucraina ma non può dire nulla e anzi continua a dargli supporto militare “per tutto il tempo necessario“, su ordini degli USA.

Già, perchè da Berlino continuano ad emergere nuove prove sull’esplosione che danneggiò i gasdotti russo-tedeschi Nord Stream nel settembre del 2022. Dietro l’attentato, come sostiene il settimanale Der Spiegel in un infuocato articolo, ci sarebbe un commando ucraino. Anche la TV pubblica ZDF ha rilanciato l’inchiesta.

L’analisi dei metadati dei membri dell’equipaggio dello Yacht Andromeda, utilizzato dai presunti attentatori per trasportare l’esplosivo e per deporlo poi sui fondali del Mar Baltico in prossimità dei gasdotti Nord Stream, proverebbero infatti che questi prima e dopo il sabotaggio, si trovavano effettivamente in Ucraina.

Nella loro inchiesta congiunta, i giornalisti del settimanale e della seconda rete televisiva tedesca, citano fonti della Procura generale e dell’Ufficio federale anticrimine di Wiesbaden, che da mesi indagano sul misterioso attentato. Attribuito inizialmente ai servizi segreti russi per mettere ulteriormente sotto pressione il governo tedesco e quelli di altri Paesi occidentali, bloccando definitivamente le forniture di gas, l’attentato potrebbe essere stato ordinato invece direttamente da Kiev, con il via libera di Washington.

Tutto ciò era già stato ampliamente anticipato dal premio Pulitzer Seymour Hersh mesi fa,  secondo cui il coinvolgimento degli USA sarebbe stato ben maggiore.

La ministra degli Interni tedesca Nancy Faeser, costretta dal clamore dell’inchiesta, ha promesso di far piena luce sui retroscena dell’attentato e auspica di poter presto aprire un processo penale nei confronti dei responsabili, chiunque essi siano.

Sempre secondo quanto rivelato dalle due testate giornalistiche tedesche, dopo aver fatto saltare in aria i gasdotti Nord Stream il 26 settembre del 2022, il commando era in procinto di compiere un secondo atto di sabotaggio contro il gasdotto Turk Stream, che rifornisce la Turchia con gas proveniente dalla Russia. Ma fino ad oggi non è accaduto ancora nulla.

Una situazione imbarazzante per Sholz e per il suo governo. Tutti evitano la questione delle conseguenze se le ipotesi “probabili” divenissero prove, La Germania non sa letteralmente cosa fare e dunque non farà nulla: né ritirare il sostegno militare all’Ucraina né invocare l’articolo 5 della NATO, cosa che potrebbe fare, perché un paese estraneo all’Alleanza ha distrutto una infrastruttura energetica di importanza critica per l’economia tedesca.

Un finale di “partita” shakespeariano per Berlino.

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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