Franco Bartolomei

Le vicende africane, che seguono lo spostamento massiccio degli equilibri politici dell’ America Latina, e la recente ricollocazione Saudita nel rapporto con l’Iran, mostrano come un nuovo ordine mondiale in termini multipolari stia ormai diventando inarrestabile.

La corsa verso un nuovo ordine mondiale

L’alleanza economica e commerciale tra i paesi BRICS, che si va allargando ben oltre i 5 originari fondatori, si va trasformando da accordo meramente difensivo e diplomatico in una grande comunità economico-politica, pronta a gestire contrattualmente una enorme rete di interessi convergenti, al punto di ipotizzare l’uso di una nuova divisa comune di scambio.

Una Comunità non fondata come il mondo euroatlantico su una rete bancaria e su un sistema speculativo finanziario che tiene le fila di un sistema globale, la cui tenuta necessità della omologazione sociale e strutturale dei sistemi ad essa soggetti, e della rimozione degli ostacoli statuali ai movimenti di capitali, ma un sistema di alleanze articolato su un complesso di economie nazionali caratterizzate da forze produttive reali in espansione, legate da una rete di rapporti commerciali reciproci in fase crescente, alimentate da mercati interni in forte crescita tendenziale che utilizzano risorse primarie abbondanti a disposizione, e godono di autonomie monetarie espressione di rispettive sovranità statuali.

Una Comunità che si accorda per autodifendersi, e garantire le rispettive prospettive di crescita delle economie che ne fanno parte, che tende a divenire la struttura internazionale, politica, economica che caratterizza il nuovo equilibrio internazionale, innescando un vero e proprio nuovo assetto economico internazionale in grado di interrompere l’egemonia finanziaria occidentale e di spezzare la centralità monetaria del dollaro, costringendo tutto il sistema occidentale liberista a modificare il suo modello di sviluppo ed i suoi sistemi di potere sociale.

Questo aspetto costituisce il vero aspetto dirompente del nuovo equilibrio multipolare che si va determinando, che non trova la sua ragione fondativa in una visione campista di derivazione leninista, come equilibrio anticapitalista diretto a stravolgere i sistemi occidentali, ma in un nuovo sistema di relazioni politiche economiche e commerciali, finalizzato a garantire un equilibrio globale della crescita complessiva, integrato in uno schema in cui i poteri degli Stati e la loro contrattualità punta a governare i processi economici globali in un sistema economico, a quel punto necessariamente misto e funzionalizzato all’interesse superiore della tenuta di un equilibrio dello sviluppo sociale e globale.

Un tipo di sistema, fondato sulla autonomia degli Stati sovrani, che può esso stesso risolvere e dare un quadro di riferimento esterno, sicuro e certo, alle esigenze di ristrutturazione e cambiamento dei modelli di crescita dell’Occidente sviluppato, che sono il solo punto di approdo democratico possibile di fronte alla crisi dell’economia finanziaria e del sistema liberista .

L’accelerazione verso questa maturazione del processo aggregativo dei nuovi produttori mondiali estranei al sistema euroatlantico, ed ostili alla sua egemonia finanziaria, sta ovviamente trovando una forza propulsiva determinante nello scontro bellico in atto tra la Nato e la Federazione Russa, che agisce utilizzando la copertura sostanziale della Cina Popolare, e finisce per svolgere un ruolo politico globale ben al di là della portata politica delle sue rivendicazioni militari territoriali .

Lo scontro militare tra Federazione Russa e l’Occidente consegna infatti una enorme forza politica e diplomatica alla Cina, e porta ad una accelerazione, non più solo difensiva, dei processi di allargamento della comunità dei BRICS, attraverso la nuova “effettività giuridica” internazionale che hanno recentemente deciso di assumere, in conseguenza degli eventi in Ucraina.

Questa guerra sta quindi producendo effetti politici a cascata di proporzioni epocali .
Tutte le accelerazioni autoritarie e le ulteriori ristrutturazioni liberiste dei nostri rapporti sociali rappresentano quindi, all’interno di questo quadro complessivo, una risposta preoccupata, e di breve respiro del sistema finanziario e geopolitico occidentale integrato ai nuovi equilibri dirompenti che si vanno prospettando, a partire dalla perdita della centralità assoluta nel sistema commerciale mondiale del dollaro, causata dai processi monetari alternativi e concorrenti che i BRICS stanno costruendo.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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