Riceviamo e pubblichiamo

Il popolo eritreo ha festeggiato quest’anno i suoi 32 anni di indipendenza e libertà dai gioghi coloniali e imperialisti;  l’8 settembre ricade il 62° anniversari della sua lotta di liberazione nazionale. L’Eritrea è uno Stato indipendente e sovrano che non accetta diktat o imposizioni di qualsiasi tipo, da nessun potere esterno e mantiene con fermezza questa sua linea, rifiutando qualsiasi relazione con AFRICOM (Africa Command ) statunitense

Questa scelta, naturalmente, lo pone nel mirino degli Stati Uniti e dei Paesi occidentali, infatti da anni viene sottoposto a sanzioni, pressioni, minacce, ricatti, perché receda da questa posizione di libertà e accetti di sottomettersi all’ordine mondiale egemonico occidentale.

L’Eritrea è una piccola nazione del Corno d’Africa con una popolazione di 6 milioni di persone, nel 1991 ha ottenuto la sua indipendenza con costi umani e di sofferenza altissimi.  Ha un ordinamento sociale e politico socialista, ragione per cui, gli USA lo considerano uno “stato canaglia” e lo osteggiano così duramente.

Mentre molti Paesi africani con governi asserviti, si fanno paladini degli interessi stranieri, come nel caso della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), agiscono come stabilito da Washington per sanzionare e persino dichiarare guerra al Niger, o a qualsiasi popolo che prende in mano il proprio Paese, l’Eritrea celebra la sua completa indipendenza dal controllo straniero. 

L’Eritrea in questi 32 anni è riuscita dove altri sono stati sconfitti. Washington e i suoi servitori sono sempre attenti nel controllo sulle nazioni africane. Quando i leader che agiscono in nome del loro popolo si sollevano, vengono spesso abbattuti da uno sforzo concertato da parte di Stati Uniti e i suoi partner colonizzatori, come la Francia. Questo è stato il destino di Patrice Lumumba, Kwame Nkrumah, Thomas Sankara e Muammar Gheddafi, solo per citarne alcuni.

L’esclusione dell’Eritrea dal vertice di Biden del 2022 con le Nazioni africane, ennesima provocazione, è stata un’ulteriore prova del fatto che chi lavora nell’interesse nazionale e del suo popolo e, in definitiva, di tutto il popolo africano, secondo i criteri dell’ordine mondiale unipolare a guida statunitense, deve essere smembrato.

Sia nel forum Russia/Africa, recentemente svoltosi in Russia, che nel Summit africano sul clima del 5 settembre, attraverso il suo presidente Isaias Afewerki, è stata ribadita una politica e una strategia di indipendenza e sovranità ferme e risolute, affermando che l’Eritrea si riconosce pienamente nel progetto dei BRICS e nella costruzione di un nuovo ordine mondiale paritario tra grandi paesi e piccoli paesi, che garantisca scelte autonome per lo sviluppo e nell’interesse nazionale di ciascuno.

I media internazionali sottomessi agli USA, diffondono continuamente menzogne definendolo un “campo di prigionia” e un regime dittatoriale, nella realtà basta solo vedere le immagini delle continue manifestazioni popolari nelle piazze, per capire il livello di falsità diffuse e la coesione con la dirigenza del Governo. Nella realtà è un Paese in sviluppo che affronta grosse difficoltà create dalle sanzioni statunitensi, ma che primariamente si prefigge di  prendersi cura della sua gente.

Attraverso le sanzioni cercano di sottomettere e piegare la dirigenza del paese, che a causa di queste e dei blocchi del sistema finanziario internazionale, come quello delle transazioni SWIFT, impediscono i flussi di denaro con l’estero, creando situazioni di difficoltà in particolar modo nella sanità (che è pubblica), per medicinali e le attrezzature mediche, ma anche nella scuola e nelle università, oltreché per le infrastrutture industriali ed energetiche. L’Eritrea viene definita dai media occidentali come la Corea del Nord dell’Africa, una subdola metodologia di demonizzazione, per cercare di invalidarla come Nazione abitata da esseri umani con diritti e far considerare il suo governo come reietto, da ignorare o addirittura distruggere, con la scusante di un cambio di regime…per tornare tra i paesi “civili”.

Comunicato del Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia –  5 settembre 2023

“ Mentre commemoriamo e celebriamo il 62° anniversario dell’inizio della nostra lotta di liberazione, è opportuno riflettere sul suo indelebile significato storico e sul significato di sempre. L’8 settembre è una festa nazionale nel calendario eritreo, come giorno del ricordo e della promessa. L’Eritrea è nata dalla lotta per strappare la propria esistenza alla situazione crudele della sua oppressione attraverso una lotta lunga e quasi impossibile, e dopo la sua indipendenza ha sventato una serie di invasioni, ha combattuto l’opposizione esterna dei potenti e si è assicurata un’esistenza indipendente attraverso la sua lotta, contando su se stessa.

 È un paese battagliero che combatte con fiducia e fede, caratterizzato da perseveranza e resistenza.

 In Eritrea,  viene in particolare rispettata la forza sottile della concezione, della coscienza, della fede nello scopo, dell’unità, della perseveranza e della determinazione. Questa forza sottile è il fondamento del Paese ed è creatrice di sviluppo e prosperità. Sapendo questo, i nostri nemici stanno cercando di indebolire questa forza sottile attraverso cospirazioni, pressioni, accuse e guerra psicologica. Ma è ovvio che la lotta non può dare frutti e avere successo senza il giusto fondamento e il giusto cammino. Ciò è stato dimostrato dall’amara esperienza nella lotta eritrea. La crisi e la guerra civile che hanno attraversato i primi anni della lotta di liberazione, quando non erano stati sviluppati una chiara visione nazionale, un programma, un’organizzazione e una leadership, ne sono un esempio. Nel corso della lotta, tuttavia, si sono sviluppati la visione rivoluzionaria, il programma, l’organizzazione e la leadership che hanno costruito l’HLF come partito leader e la nostra lotta di liberazione si è conclusa con successo. Oggi, la lotta per costruire un Paese degno delle nostre nobili aspirazioni e dei nostri preziosi sacrifici deve continuare. In questa lotta, Il Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia, successore del Fronte di Liberazione Eritreo e del Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo, in quanto continuatore dell’eredità storica, garante dell’istituzione dell’unità e dei diritti del popolo eritreo, ha la missione storica di lottare contro tutte le tendenze e pratiche micronazionali ristrette e divisive. La missione e la responsabilità del FPDG nella costruzione della nazione, sono storicamente determinate e non arbitrarie. In un significato profondo, è una necessità storica che esso rimanga e si rafforzi come centro di attrazione della politica nazionale, al servizio degli interessi fondamentali del popolo eritreo e del suo sviluppo sostenibile. Il FPDG ha la missione di costruire un’Eritrea forte e prospera, basata su un’ampia partecipazione pubblica e sulla giustizia sociale, senza isolarsi dal popolo ed essere fedele ai suoi interessi. Mentre celebriamo il nostro 62° anniversario, dovremmo ricordare ed essere orgogliosi del lungo viaggio di vittorie che abbiamo conseguito. Andando avanti, stiamo lavorando per costruire un’economia nazionale forte, basata sulla giustizia sociale e incentrata sulle persone, rafforzando al contempo la nostra indipendenza e sovranità attraverso una partecipazione ampia, organizzata e forte della nostra gente. Storicamente, l’Eritrea è stato un paese dedito alla stabilità e alla cooperazione regionale, nonché alla creazione di un nuovo ordine internazionale giusto, basato sull’uguaglianza e sulla complementarietà. Poiché la nostra regione è ancora scossa da conflitti e instabilità ,l’Eritrea deve continuare a lavorare instancabilmente per costruire la pace e la stabilità regionale e, oltre a ciò, ad un nuovo sistema di cooperazione e integrazione regionale. Allo stesso modo, a livello internazionale, in questa fase di transizione in cui il regime economico unipolare è in crisi e in declino, l’Eritrea deve lottare con tutti i popoli e le forze che cercano giustizia e pace, contro le forze del dominio e dell’avidità guidate dagli interessi acquisiti di pochi e fare la sua parte per costruire un nuovo ordine internazionale multipolare. Mentre celebriamo il 62° anniversario della nostra lotta di liberazione l’8 settembre, abbiamo un dovere di  eredità storica, per ricordare la dura lotta e i sacrifici pagati per la causa del popolo, per la giustizia e la dignità umana, che sono il fondamento del nostro sviluppo nazionale indipendente. Il FPDG continuerà questa lotta per compiere la sua missione storica coltivando una generazione capace e istituzioni nazionali forti, che assumeranno  questa eredità e continueranno la storia. Realizzeremo l’eredità dell’8 settembre 1991, costruendo un’Eritrea civilizzata!

Possano i nostri martiri essere sepolti in serenità, perché la lotta continua! Vittoria alle masse!

Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia, 1 settembre 2023, Asmara

                                                                                                                                                                                                    A cura di Enrico Vigna, IniziativaMondoMultipolare/CIVG

Di AFV

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