Perdere una vita per negligenza o per il mancato rispetto delle normative sulla sicurezza, o peggio per l’avidità degli imprenditori o per il bisogno di avere comunque un appalto o un subappalto, non è accettabile, mai

Quasi tre lavoratori al giorno escono di casa, ma non vi fanno più ritorno. È un bollettino di guerra. 

Il quattordici settembre un lavoratore è deceduto all’aeroporto ‘Marconi’ di Bologna, un altro è caduto da 10 metri di altezza ad Arzano ed è morto ed un terzo è deceduto nel capoluogo campano. Quest’ultimo è stato investito da uno dei mezzi di raccolta dei rifiuti dell’azienda municipale dove lavorava.

Il tredici settembre tre addetti sono morti per un’esplosione verificatasi a Casalbordino, in provincia di Chieti. L’incidente è avvenuto in una fabbrica che smaltisce e recupera polvere da sparo da bonificare. L’azienda non è nuova a questo genere di disgrazie. Nel 2020 altri tre operai morirono in un altro incidente. Nel 1992 un altro lavoratore perse la vita ucciso dall’innesco di una spoletta. Nel 2009 altre due persone rimasero gravemente ferite in un’esplosione.

No, morire per il lavoro non è casuale.

Il 12 settembre un operaio di 48 anni è morto cadendo dal tetto di un capannone nella provincia di Catanzaro. Inutili sono stati i tentativi di rianimarlo. Nelle stesse ore un altro lavoratore cinquantenne è morto a causa della caduta da un ponteggio in un cantiere a Scala Torregrotta, in provincia di Messina.

L’otto settembre a Lamezia un operaio è stato travolto da un’auto. Aveva 25 anni. L’incidente è avvenuto sulla strada ‘Due mari’, nei pressi dell’aeroporto. Il lavoratore era intervenuto per regolare il traffico dopo un incidente che aveva coinvolto due auto in un punto in cui la carreggiata era ristretta a causa dei lavori.

A Brandizzo, la sera tra il 30 ed il 31 agosto cinque operai della Sigifer sono stati travolti da un treno. La loro ditta stava lavorando sulla rete ferroviarie per un subappalto da 750 euro.

Il ventitré agosto in una carrozzeria di Modena sono rimasti ustionanti due operai, uno è morto.

L’elenco potrebbe continuare. Il numero dei deceduti cresce ogni giorno. Lo sdegno non basta più. Eppure, le leggi ci sono, ma questi eventi tragici continuano a ripetersi, perché? 

Perdere una vita per negligenza o per il mancato rispetto delle normative sulla sicurezza, o peggio per l’avidità degli imprenditori o per il bisogno di avere comunque un appalto o un subappalto, non è accettabile, mai.

Quando la mattina ci alziamo dovremmo ricordarci sempre che la vita è breve e che non si può e non si deve morire di e per il lavoro.

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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