Due cacciabombardieri F-35 di quinta generazione F-35A dell’Aeronautica italiana sono giunti alla base aerea di Malbork, in Polonia, per pattugliare i cieli al confine con la Russia, e altri due velivoli sono attesi entro un paio di giorni. Gli aerei Task Force Air 32° Wing garantiranno il supporto alle operazioni NATO Air Policing attraverso missioni aeree di difesa e deterrenza. Contestualmente, l’Italia ha schierato quattro velivoli Eurofighter Typhoon in Lituania, nell’ambito della Task Force Air 4th Wing “Baltic Horse III”, a circa 100 km da Kaliningrad e a 200 km dalla Bielorussia. In questo scenario, al netto di un tweet dell’Aeronautica, nessuna dichiarazione ufficiale è stata diramata dal governo e la questione non è stata nemmeno accennata nelle aule parlamentari.

L’ufficio stampa dell’Allied Air Command, il Comando centrale delle forze aeree dell’Alleanza, ha dichiarato in una nota che “gli aerei sorveglieranno i cieli sul fianco orientale europeo nell’ambito delle missioni di Air Policing della NATO”, che consistono nella continua vigilanza dello spazio aereo e nell’”identificazione di eventuali violazioni alla sua integrità”, rispetto a cui scattano “appropriate azioni di contrasto”. Gli F-35 dell’Aeronautica Militare raggiungeranno la piena capacità operativa tra alcuni giorni, dopo l’arrivo degli altri due aerei. Si uniranno ai caccia polacchi e degli altri paesi alleati nelle missioni di polizia aerea NATO e saranno chiamati a contribuire anche alle attività addestrative che l’Alleanza Atlantica conduce nel quadro delle sue rafforzate attività di vigilanza.

Il nostro Paese è stato il primo tra quelli alleati a inviare i propri F-35 per una missione NATO, in Islanda, inaugurando il processo di integrazione dei moderni velivoli di quinta generazione nelle operazioni aeree dell’Alleanza con Paesi Bassi, Norvegia, Regno Unito e Stati Uniti. «Con l’offerta dei nostri aerei da caccia di quinta generazione alla NATO, sottolineiamo che l’Italia è pienamente impegnata a sostenere le missioni collettive e durature dell’Alleanza – ha affermato il Tenente Colonnello Ciro Maschione, Comandante del distaccamento dei caccia F-35A italiani “Task Force Air–32nd Wing” -. Dal 2019, l’Aeronautica Militare italiana ha schierato senza soluzione di continuità i propri F-35 nelle missioni NATO di Air Policing e Air Shielding in Islanda ed Estonia, infatti i nostri Eurofighter stanno guidando la 63a rotazione del Baltic Air Policing della NATO in Lituania in parallelo a questo schieramento di F-35».

Sulla medesima scia il Generale Gianluca Ercolani, Capo di Stato Maggiore dell’Allied Air Command, che ha affermato che «lo schieramento di moderni aerei da caccia di quinta generazione in Polonia – appena sei mesi dopo la fine di un dispiegamento simile da parte degli F-35 dell’aeronautica reale olandese – dimostra la capacità della NATO di posizionare capacità di combattimento avanzate in modo flessibile», costituendo «un’altra prova del fatto che gli alleati operano integrati, secondo efficienti accordi di comando e controllo aereo per eseguire una significativa deterrenza e difesa lungo il fianco orientale».

Non è la prima volta che velivoli militari italiani vengono inviati a Malbork. Era già accaduto nella seconda metà del 2022, quando l’Aeronautica Militare aveva mandato in Polonia quattro cacciabombardieri EF-2000 “Eurofighter Typhoon”. Proprio in quell’occasione, è stato paventato da fonti ufficiali il forte pericolo che i mezzi militari aerei italiani potessero scontrarsi direttamente con i Mig russi: “Una settimana intensa quella che gli uomini della Task Force Air White Eagle hanno affrontato fino ad oggi, a causa dei numerosi interventi richiesti dal Combined Air Operation Center di Uedem (Centro di comando e controllo aereo dell’Alleanza Atlantica in Germania, ndr) – aveva dichiarato in una nota l’Aeronautica in data 22 settembre 2022 -. Considerata la complessità del momento, le difficoltà di operare così vicini al confine (i piloti italiani si sono trovati a operare a soli 5 minuti di volo da Kaliningrand, a 20 minuti dalla Bielorussia e a 25 dal territorio ucraino) e, non ultimo, il rischio che qualunque errore possa essere considerato come una provocazione, è assolutamente pleonastico rappresentare come la prontezza operativa di tutta la Task Force, messa duramente alla prova dal continuo operare in tutte le ore della giornata, sia stata garantita dalla preparazione professionale del personale italiano e dell’apparato logistico che ogni giorno li supporta”.

I nuovi invii di mezzi militari non sono stati oggetto di alcun dibattito parlamentare né di un annuncio formale da parte dell’Esecutivo. L’unica dichiarazione ufficiale risulta essere un risicatissimo tweet dell’Aeronautica militare, pubblicato nel pomeriggio del 14 settembre. Il tutto avviene nonostante la netta contrarietà manifestata nei sondaggi dalla maggior parte dei cittadini italiani – che reputa che il governo dovrebbe provvedere allo stop degli invii di armi e finanziamenti all’Ucraina o almeno ridimensionarli – all’ipotesi di un’escalation nel quadro del conflitto russo-ucraino.

[di Stefano Baudino]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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