La giornata delle elezioni regionali russe, tenutasi il 10 settembre, ha confermato il primato del partito di Putin, ma ha anche visto il Partito Comunista rinsaldare la propria posizione di unica forza di opposizione credibile nel Paese.
Il 10 settembre si sono tenute in Russia le elezioni regionali e locali in un gran numero dei territori che compongono la Federazione. Secondo i dati ufficiali, la giornata elettorale ha fatto registrare una buona affluenza alle urne, la più alta degli ultimi dieci anni per questo tipo di elezioni, pari al 45,65% degli aventi diritto. Certo, si tratta comunque di una cifra relativamente bassa, ma bisogna tenere conto che storicamente le elezioni regionali russe attirano alle urne meno elettori rispetto a quelle federali.
L’esito elettorale ha confermato, come poteva essere previsto, il primato assoluto del partito Russia Unita (Единая Россия; Edinaja Rossija), la formazione del presidente Vladimir Putin, ma al secondo posto assoluto si conferma ancora una volta il Partito Comunista della Federazione Russa (Коммунистическая партия Российской Федерации, КПРФ; Kommunističeskaja partija Rossijskoj Federacii, KPRF) guidato da Gennadij Zjuganov. I comunisti hanno infatti mantenuto la leadership nella Repubblica della Chakassia, nella Siberia orientale, dove Valentin Konovalov ha ottenuto un nuovo mandato come governatore con il 63,14% delle preferenze. Non ancora ufficiale, dovrebbe arrivare anche la conferma di Andrej Klyčkov come governatore dell’oblast’ di Orël, nella Russia centrale.
“L’attuale campagna aveva due caratteristiche. Da un lato, una guerra di distruzione viene condotta contro il mondo russo e la Russia dalla NATO e dagli americani. E questo ci impone di massimizzare la mobilitazione delle forze, il raduno della società, nonché soluzioni tecnologiche molto intelligenti e competenti. E, d’altra parte, questa campagna precede la grande campagna presidenziale”, ha commentato il segretario del Partito Comunista, Gennadij Zjuganov.
Nel suo discorso di commento sull’esito elettorale, Zjuganov ha sottolineato come le regioni governate dal Partito Comunista abbiano ottenuto risultati economici senza precedenti nella storia della Russia post-sovetica, come nel caso del già citato oblast’ di Orël, dove il governatore Klyčkov “è riuscito a ristrutturare il lavoro in modo che quasi tutte le forze politiche e gli uomini d’affari influenti lo sostenessero”. Il segretario generale ha anche ricordato che quella di Orël è la regione russa che per il secondo anno consecutivo ha mostrato il miglior risultato per quanto riguarda la raccolta del grano: “L’anno scorso sono state raccolte cinque tonnellate di grano per persona e quest’anno sembra che verrà raggiunto un indicatore di sei tonnellate. E questo è il miglior risultato nella storia dell’agricoltura del Paese”, ha affermato Zjuganov.
Il leader comunista ha anche fatto notare come il KPRF sia l’unico partito che propone un’opposizione credibile al governo del partito Russia Unita, e che riesce a vincere le elezioni anche di fronte alla campagna mediatica negativa da parte della prima forza politica federale. Nella Repubblica della Chakassia, infatti, Russia Unita ha tentato di attaccare la persona del governatore Konovalov, il quale tuttavia ha ricevuto un nuovo mandato da parte degli elettori, guadagnando oltre cinque punti percentuali rispetto alla tornata precedente. “La giustizia sta venendo alla ribalta oggi e coloro che hanno condotto la campagna elettorale con dignità e onestà ricevono buoni risultati alle elezioni”, ha commentato ancora Zjuganov.
Ivan Melnikov, numero due del Partito Comunista e vicepresidente della Duma di Stato, ha affermato che i dirigenti del KPRF sono “generalmente soddisfatti dei numeri che in questo momento provengono dall’est del Paese. Il Partito Comunista detiene saldamente la posizione della seconda forza politica”. “Quattro anni fa, nell’elezione dei deputati delle assemblee legislative regionali, non avevamo ottenuto il secondo posto ovunque. In tre regioni eravamo terzi: nelle regioni di Arcangelo, di Kemerovo e nel territorio della Transbajkalia. Quest’anno, il numero di tali regioni, a giudicare dai risultati preliminari, diminuirà. Nel territorio della Transbajkalia, dovremmo rimanere al terzo posto, ma non ci sono risultati finali nelle regioni di Arcangelo e Kemerovo”, ha aggiunto Melnikov.
Il vicesegretario del Partito Comunista ha anche sottolineato l’importanza dello svolgimento delle elezioni nei nuovi territori entrati a far parte della Federazione Russa, un tempo facenti parte dell’Ucraina: “È politicamente importante che si siano svolte le elezioni in questi territori. Comprendiamo le caratteristiche delle elezioni in questi territori. I loro risultati dovrebbero essere valutati tenendo conto di questi fattori”, ha sottolineato Melnikov. Secondo i dati ufficiali, proprio queste regioni avrebbero fatto segnare l’affluenza alle urne maggiore, come ad esempio nel caso della Repubblica Popolare di Lugansk, dove il 72% degli aventi diritto ha partecipato alla giornata elettorale. Il dato ha invece superato il 62% nella regione di Cherson e il 59% nella Repubblica Popolare di Doneck.
Sul voto nelle nuove regioni della Federazione Russia si è espresso anche Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo: “Apprezziamo i voti di tutti gli elettori, ma, probabilmente, i voti delle persone che vivono nei nostri nuovi territori, che vivono nel Donbass, hanno un significato assoluto per il nostro partito“, ha affermato Medvedev. “Questo non è un semplice mandato di fiducia, non è il semplice risultato di un buon lavoro su un buon programma. In una certa misura, questo è davvero un atto di coraggio civico e il nostro partito dovrebbe trattarlo in questo modo“. Inoltre, Medvedev ha ringraziato “tutti coloro che hanno preso parte alle elezioni nei nuovi territori e hanno espresso il loro voto non solo per Russia Unita ma per qualsiasi partito“.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog