Forza Italia, alla fine, sulle intercettazioni l’ha spuntata. Il partito di centro-destra, vedovo dallo scorso giugno del suo leader e fondatore Silvio Berlusconi – che sul tema della giustizia e dello scontro rovente con la magistratura ha costruito intere campagne elettorali – è riuscito a far passare una serie di emendamenti al decreto omnibus in votazione alle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali di Montecitorio che produrranno una forte stretta all’uso delle intercettazioni nelle indagini. Viene infatti previsto il divieto della trascrizione di quelle giudicate “irrilevanti” (scelta che rischia di sferrare un colpo importante anche al diritto di difesa) e lo stop all’ascolto “a strascico” per i reati per i quali non è obbligatorio l’arresto in flagranza, tra cui quelli contro la Pubblica Amministrazione, come corruzione, concussione e abuso d’ufficio. Le modifiche proposte da Forza Italia hanno ottenuto il sostegno dei partiti della maggioranza e quello aggiuntivo di Azione e Italia Viva, che sulla giustizia non hanno mai fatto mancare sponde significative al governo.

Nello specifico, uno degli emendamenti che ha ottenuto il semaforo verde concerne il divieto di riportare il contenuto delle conversazioni “afferenti la vita privata degli interlocutori e non rilevanti ai fini delle indagini” all’interno del verbale di trascrizione, che normalmente viene compilato dagli uomini della polizia giudiziaria. I quali, dunque, saranno chiamati a selezionare gli ascolti rilevanti anche a fronte di centinaia o migliaia di ore di registrazione. Sebbene sia stata “mascherata” come garantista, questa iniziativa appare peraltro molto pericolosa per il l’ottica difensiva: gli avvocati, che non hanno il diritto di ottenere copia delle intercettazioni “irrilevanti” ma possono soltanto ascoltarle, per mettere insieme elementi utili alla difesa dei propri clienti non potranno dunque più utilizzare quelle trascrizioni sintetiche che, fino ad ora, potevano fungere da “bussola”.

Oggetto del dibattito è, in particolare, l’emendamento che introduce importanti restrizioni alle intercettazioni “a strascico”. Sulla base di questa modifica, infatti, i risultati delle intercettazioni non potranno più essere utilizzati in procedimenti diversi da quello per cui sono state disposte, ma saranno ammessi soltanto per quegli specifici reati per i quali si può procedere con arresto in flagranza. Addio, dunque, alle intercettazioni “a strascico” per l’accertamento di reati contro la Pubblica Amministrazione, che erano stati espressamente previsti dalla legge “Spazzacorrotti” voluta dal Ministro Alfonso Bonafede (M5S) nel 2018, all’epoca del governo giallo-verde. Inoltre, con l’approvazione di un emendamento a firma Enrico Costa (Azione), si prevede che il pm dovrà depositare, a conclusione dell’indagine, “il riepilogo delle spese sostenute per le intercettazioni”.

Ad ogni modo, il governo sembra intenzionato a non fermarsi qui. Forza Italia, infatti, ha rivendicato l’impegno del ministro Carlo Nordio a “presentare a breve una riforma sull’utilizzo del trojan (captatore informatico inoculato su dispositivi elettronici portatili e impiegato come strumento per effettuare intercettazioni ambientali), al fine di limitarne l’uso ai soli reati di mafia e terrorismo. Escludendo, ancora, quelli contro la Pubblica amministrazione, il che farà tornare indietro le lancette alla fase pre-“Spazzacorrotti” anche su questo versante.

«I reati vanno perseguiti tutti senza risparmio, sfruttando al meglio gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia. Questa sacrosanta battaglia contro ogni criminalità deve essere combattuta rispettando la nostra Costituzione, che tutela il diritto alla privacy di ogni cittadino – ha dichiarato Paolo Emilio Russo, capogruppo di Forza Italia in Commissione Affari costituzionali alla Camera dei deputati -. Ecco perché è una buona notizia che la maggioranza abbia raccolto e sostenuto le proposte di Forza Italia in commissioni Affari costituzionali e Giustizia che riaffermano la presunzione di innocenza di ogni cittadino e ci allineano alle normative in vigore nei paesi più evoluti».

A insorgere è, invece, il Movimento 5 Stelle. “Il governo getta ancora una volta la maschera mostrando il suo programma in materia di Giustizia: garantire impunità per i reati contro la PA, quelli dei colletti bianchi. Sono innanzitutto quelli i reati che vengono esclusi dall’emendamento approvato in commissione alla Camera, per i quali non si potranno usare le intercettazioni realizzate in altro procedimento – hanno scritto in una nota i componenti pentastellati della commissione Giustizia Stefania Ascari, Federico Cafiero De Raho, Valentina D’Orso e Carla Giuliano -. Il governo Meloni dice allo Stato di girarsi dall’altra parte di fronte a reati gravi come la corruzione. Come sempre lo fanno nell’ombra, di soppiatto, nella nebbia dei grovigli normativi. Non hanno il coraggio di dire apertamente che vogliono salvare le malefatte dei comitati d’affari che lucrano con la corruzione. Dovrebbero almeno avere il coraggio di fare un apposito decreto salva corrotti anziché muoversi tra i cavilli”.

[di Stefano Baudino]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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