Tra il settembre 2022 e l’agosto 2023 sono stati ben 61 gli episodi di crolli o distacco di intonaco nelle scuole italiane. A denunciarlo è Cittadinanzattiva – organizzazione fondata nel 1978 che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni e il sostegno alle persone in condizioni di debolezza – all’interno del XXI Rapporto sulla sicurezza delle scuole e degli atenei, il quale sottolinea come si tratti di un numero mai raggiunto da quando si è iniziato a monitorare il fenomeno, ovvero da sei anni a questa parte. I crolli (24 al Sud e nelle Isole, 23 al Nord, 14 nelle Regioni del Centro) hanno provocato il ferimento di sei studenti, di un’insegnante e di una collaboratrice scolastica, oltre che l’interruzione della didattica. Tra le cause vi sono l’età degli edifici e l’assenza tanto di provvedimenti di manutenzione quanto di investimenti nelle indagini relative agli interventi da effettuare. Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale di Cittadinanzattiva, ha sottolineato come sia necessario «che siano maggiormente informate e coinvolte le scuole, le famiglie e le comunità locali sull’andamento degli interventi del PNRR, che si provveda con urgenza ad effettuare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria da parte degli enti locali proprietari degli edifici per prevenire il ripetersi incontrollato degli episodi di crolli, strutturali e non, che contribuisce a creare insicurezza e timori per un sereno rientro a scuola di studenti e personale scolastico».
Ma l’indagine di Cittadinanzattiva non è l’unica che denuncia la condizione critica delle scuole italiane. Anche Legambiente, nella XXII edizione del rapporto Ecosistema Scuola, ha pubblicato dati tutt’altro che rassicuranti: anche se tra il 2017 ed il 2021 il 59,3% degli edifici scolastici ha beneficiato di interventi di manutenzione eccezionale, nel 2021 il 30,6% delle scuole necessita ancora di interventi straordinari. Al Sud si sale al 36,8% e nelle Isole al 53,8%. Le indagini diagnostiche dei solai risultano eseguite solo nel 30,4% degli edifici, dato che scende nelle Isole a quota 18,8%. Gli interventi per la loro messa in sicurezza, invece, sono stati realizzati a livello nazionale solamente sul 12% degli edifici. Per quanto riguarda l’adeguamento sismico, nonostante il 53,8% dei comuni capoluogo di provincia abbia dichiarato di aver realizzato gli appositi interventi negli ultimi 5 anni, tali lavori hanno interessato solo il 3,1% degli edifici scolastici. Infine, a pesare sono anche i ritardi sull’efficientamento energetico: sebbene a livello nazionale l’81% delle amministrazioni ha dichiarato di aver realizzato interventi, questi sono stati rivolti solo al 17% degli edifici scolastici, dato che sale al Nord al 21,2% mentre nelle Isole riguarda appena il 5,8% delle scuole. Ad oggi solo il 4,2% delle scuole risulta in classe energetica A, appena il 10,8% nelle prime tre classi energetiche, mentre ben il 74,8% è fermo nelle tre ultime classi energetiche (il 39% in Classe G).
Solo quest’anno il freddo ha reso necessario l’intervento di un’ambulanza per soccorrere una studentessa universitaria e a Palermo una bambina di 10 anni è stata colpita da ipotermia e poi ricoverata. A Firenze, invece, la preside ha annullato le lezioni per colpa delle temperature delle aule mentre a Genova centinaia di bambini tra i 6 e gli 11 anni sono rimasti a casa dopo che i genitori hanno deciso di non poterli mandare a scuola in quelle condizioni. Oscar Wilde diceva che “la scuola dovrebbe essere un posto così bello che i bambini disobbedienti, per punizione, dovrebbero esserne esclusi il giorno dopo”. In Italia spesso sembra funzioni in maniera esattamente opposta e andare a scuola d’inverno è ormai, per molti, come entrare in una casa spettrale: fredda, a pezzi e piena di cattedre fantasma.
[di Roberto Demaio]